Ecco come funziona l’elezione diretta

Ecco come funziona l'elezione diretta

1 – Come viene eletto il premier nel ddl Casellati?

Il capo del governo viene eletto a suffragio universale direttamente dai cittadini, per 5 anni, e «contestualmente» al Parlamento.

2 – Deve chiedere la fiducia alle Camere per la sua maggioranza?

Sì, e questo per garantire la rappresentatività anche dei partiti di maggioranza. Entro 10 giorni dalla formazione del governo deve chiedere la fiducia alle Camere e se non la ottiene può ripresentarsi solo una volta. Se anche allora non ha la mozione di fiducia il presidente della Repubblica scioglie le Camere.

3 – La coalizione vincente che appoggia il premier avrà un premio di maggioranza?

Nella Carta sarà previsto un premio su base nazionale «che garantisca una maggioranza dei seggi in ciascuna delle Camere alle liste e ai candidati collegati al Presidente del consiglio, nel rispetto del principio di rappresentatività». Però la percentuale, che era il 55% nel primo testo approvato il 3 novembre dal Consiglio dei ministri, verrà fissata dalla legge elettorale. Come la questione del turno unico, di cui non si parla esplicitamente, come non viene espressamente prevista la soglia minima, che avrebbe comportato i ballottaggi in caso di non raggiungimento. Dunque questi aspetti saranno disciplinati da una legge successiva.

4 – Per quante volte può essere rieletto il premier?

C’è il limite di due mandati consecutivi al premier, come per sindaci e governatori ( la Lega in questi giorni chiede per loro il terzo mandato), con la previsione di uno ulteriore solo se nelle precedenti legislature «abbia ricoperto l’incarico per un periodo inferiore a 7 anni e 6 mesi».

5 – Che cosa succede se il capo del governo cade?

Il premier eletto può essere sfiduciato dalla sua maggioranza con una formale mozione ad hoc prevista dall’art. 94 della Costituzione, dunque motivata ed esplicita, «da parte di una delle due Camere», che certifica il venir meno del rapporto fiduciario con il parlamento. Entro 7 giorni deve rassegnare le dimissioni o chiedere al Quirinale il voto. Non viene lasciato spazio a governi tecnici, come in passato. Se ci si fermasse qui si applicherebbe il principio simul stabunt simul cadent, cioè governo e parlamento sono legati ed eletti insieme cadono insieme, preferito da Fdi e condiviso da Fi.

6 – Invece si prevede un secondo premier non eletto, in quali casi può essere nominato?

Sono quattro ipotesi e cioè «impedimento permanente, morte o decadenza», ad esempio per problemi giudiziari in seguito alla legge Severino, del primo capo del governo, oppure «dimissioni volontarie», quindi non obbligate da una mozione di sfiducia.

7 – Quali sono i poteri del premier?

Il capo del governo può proporre al Capo dello Stato non solo la nomina ma anche la revoca dei suoi ministri, che prima non era scritta esplicitamente. Inoltre, può chiedere lo scioglimento delle Camere solo se sfiduciato. L’obbiettivo più che un premier potente è un governo stabile.

8 – Che cosa viene modificato per il semestre bianco del presidente della Repubblica?

Se il premier eletto chiede lo scioglimento delle Camere non può scontrarsi con l’impossibilità del capo dello Stato di esercitare questa facoltà negli ultimi 6 mesi del suo mandato, e quindi viene prevista l’eccezione «salvo che lo scioglimento costituisca atto dovuto» e viene cancellata quella attuale: «salvo che coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura». Inoltre, il presidente della Repubblica non potrà più sciogliere solo una delle due Camere, il passaggio che lo prevedeva viene soppresso.

9 – Che cosa cambia per i senatori a vita?

Non esisteranno più, ma resteranno in carica quelli già nominati. Viene abrogato tout court il secondo comma dell’articolo 59 che li prevedeva.

10 – Quando sarà operativa la riforma costituzionale, che dev’essere approvata in doppia lettura dal parlamento?

Si applica dal primo scioglimento o dalla prima cessazione delle Camere, dopo l’entrata in vigore della legge.

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