Il ministero dell’Economia deposita la sua offerta per rilevare Sparkle, la società dei cavi internazionali che secondo gli accordi presi con il fondo americano Kkr sarà totalmente sotto il controllo dello Stato. Nella tarda serata di mercoledì è stata recapitata al consiglio d’amministrazione di Tim, guidato da Pietro Labriola, una proposta del valore complessivo di 750 milioni di euro, una cifra in linea con quella della prima offerta respinta dal board a novembre.
Il Mef ha tuttavia modificato il tutto in senso migliorativo, offrendo una seconda opzione disponibile nel caso la valorizzazione non fosse ritenuta sufficiente. Nel testo dell’offerta, spiega la nota diffusa da Tim, «si fa riferimento altresì all’eventualità di negoziare una diversa opzione, con possibili adeguamenti delle condizioni contrattuali, nel caso Tim mantenesse una quota minoritaria per un determinato arco temporale e supportasse la realizzazione del piano strategico. L’offerta avrà efficacia per 15 giorni e verrà sottoposta all’esame del consiglio di amministrazione di Tim programmato per il prossimo 7 febbraio». Insomma, alla fine Tim potrebbe o accettare un’offerta senza sostanziali migliorie rispetto alla precedente o rimanere comunque con una quota di minoranza all’interno di Sparkle. Più probabile che si scelga questa via, dal momento che Tim ha a bilancio Sparkle con un valore intorno al miliardo e l’ipotesi di mantenerne una fetta potrebbe essere la via di mezzo per accontentare tutti. Del resto, dalle parti di Tim non si considera fondamentale privarsi di Sparkle.
La decisione definitiva, se non arrivasse già nel board del 7 febbraio, potrebbe essere presa anche nel consiglio d’amministrazione del 14 febbraio (in tempo utile in base ai termini proposti). Il passo avanti del Mef sancisce l’uscita di scena di Kkr per quanto riguarda Sparkle, al fine di permettere a governo e Tim di trovare tra loro l’accordo migliore senza intermediari e, soprattutto, senza fermare il processo di scorporo della rete. Il Mef sarà parte in causa anche in NetCo (la società della rete a guida Kkr) con il 20%, mentre il fondo F2i avrà il 10 per cento. Secondo Equita, «il fatto che Tim possa mantenere pro-tempore una minoranza in Sparkle avrebbe senso e potrebbe aiutare la fase finale delle negoziazioni».
Intanto, ieri titolo di Tim, dopo un avvio brillante, ha chiuso le contrattazioni in frazionale ribasso (-0,25% a 0,27 euro).