L’Istat ha aggiornato anche quest’anno il paniere di riferimento per la rilevazione dei prezzi al consumo, includendo una serie di nuovi prodotti tra i più rappresentativi per quelle che sono le abitudini delle famiglie italiane. Complessivamente, per quanto concerne gennaio 2024, l’inflazione fa registrare un incremento dello 0,8% su base annua, che fa seguito allo 0,6% di dicembre 2023.
Le statistiche
Secondo l’Istituto di statistica questo moderato incremento “riflette l’andamento dei prezzi dei Beni energetici regolamentati, la cui flessione su base tendenziale risulta, a gennaio, attenuata a causa dell’effetto statistico dovuto allo sfavorevole confronto con gennaio 2023″.
A pesare sono soprattutto, nello specifico, l’aumento del costo dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,7% a +4,3%) e dei Beni alimentari non lavorati (da +7,0% a +7,5%), a cui si aggiunge il rallentamento della flessione dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da -41,6% a -21,4%). Bene il dato dei costi dei Servizi relativi all’abitazione (da +4,2% a +2,9%) e dei Beni durevoli (da +1,5% a +0,8%). “La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni rallenta la sua discesa (da -1,5% a -0,8%)”, precisa l’Istat, “mentre quella dei servizi decelera, pur rimanendo positiva (da +3,4% a +2,9%), determinando una diminuzione del differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni (+3,7 punti percentuali, dai +4,9 di dicembre)”.
Nel primo mese dell’anno si registra inoltre un lieve aumento del “carrello della spesa“, col costo dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona che sale del 5,4% (a dicembre era stato del 5,3%). Importanti segnali di rallentamento dell’inflazione di fondo, che si attesta sul +2,8% (a dicembre 2023 era stata pari al +3,1%).
I nuovi prodotti entrati nel paniere
Per quanto riguarda l’aggiornamento del “paniere”, esso rivela le nuove abitudini degli italiani, che sempre più numerosi si iscrivono a corsi ricreativi o sportivi e si concedono un’uscita a pranzo o a cena nei ristoranti di tipo “All you can eat”.
Nello specifico, tra i prodotti e i servizi che fanno il loro ingresso per la prima volta risultano ora gli apparecchi per la deumidificazione e la purificazione dell’aria, le lampadine smart e i pasti all you can eat. Tra i beni che rappresentano consumi consolidati troviamo invece le piastre per capelli, i rasoi elettrici, gli scaldaletti elettrici e, come anticipato, alcuni corsi ricreativi e sportivi, con grande incidenza di tennis o padel, di acquagym, di calcio e calcetto.
Per contro escono dal paniere Istat gli e-book reader, i dispositivi per il tracking delle funzioni vitali, i taglia capelli ed i regolabarba elettrici: tutti prodotti che hanno registrato un forte calo dall’annovero delle spese sostenute dalle famiglie o hanno visto ridurre la loro rappresentatività rispetto ad altri beni.“Inoltre”, ci tiene a specificare l’Istituto, “per tenere conto delle dinamiche dei prezzi dei prodotti energetici delle famiglie in transizione dal mercato tutelato al mercato libero, l’Istat ha adeguato la modalità di calcolo dell’indice dei beni energetici”.
Con riferimento invece all’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic),“aumenta il peso delle divisioni servizi ricettivi e di ristorazione (+1,1 punti percentuali), trasporti (+0,6 p.p.) e altri beni e servizi (+0,4 p.p.); si riduce quello di mobili, articoli e servizi per la casa (-0,8), abitazione, acqua, elettricità e combustibili e abbigliamento e calzature (-0,5 p.p. entrambe)”.