L’Ue fa dietrofront sull’agricoltura. “Rinnovate le deroghe”

L'Ue fa dietrofront sull'agricoltura. "Rinnovate le deroghe"

Proprio nelle ore in cui si susseguono in ogni parte d’Europa le proteste degli agricoltori che con i loro trattori invadono le strade, la Commissione Ue tenta in qualche modo di correre ai ripari annunciando una nuova proroga della deroga alla regola della Politica agricola comune (Pac) che prevede che prevede dei requisiti piuttosto ferrei affinché i contadini possano accedere agli aiuti comunitari gli agricoltori debbano lasciare delle quote di terreni a riposo. Lo ha annunciato il vicepresidente dell’esecutivo comunitario Margaritis Schinas in conferenza stampa. L’esecutivo comunitario propone in particolare di consentire agli agricoltori dell’Unione Europea di avvalersi di deroghe per il 2024 alle norme della politica agricola comune che li obbligano a mantenere determinate aree non produttive.

Esulta Matteo Salvini: “Fortunatamente la Commissione sta facendo dietrofront – ha affermato il segretario della Lega e vicepremier nel suo intervento all’evento “Europe and the Alps” al Parlamento Europeo -. Aderire ai fondi Pac solo lasciando incolta una parte della propria superficie agricola, con i problemi economici che ci sono nel 2024, e difficilmente sostenibile e spiegabile“. Del resto quella legata al maggese è una delle misure – pur ideata per rendere sostenibile il settore agroalimentare – contro le stanno protestando gli agricoltori schierando i trattori sulle strade di diverse città europee. Sulla stessa linea è anche il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, il quale questa mattina ha incontrato i rappresentanti del movimento dei trattori, giunti a manifestare davanti alla Fieragricola di Verona: “Non ci devono essere agricoltori contro agricoltori“, ha ripetuto più volte l’esponente di Fratelli d’Italia, spiegando che il Governo è consapevole delle istanze del settore. Ma cosa prevedono esattamente queste norme europee?

L’Unione Europea propone in particolare di consentire agli agricoltori dell’Ue di avvalersi di deroghe per il 2024 alle norme della politica agricola comune che li obbligano a mantenere determinate aree non produttive. Per ricevere il sostegno della Pac, gli agricoltori devono rispettare una serie rafforzata di nove standard benefici per l’ambiente e il clima, come ad esempio tenere incolto il 4% dei campi. Questo principio di condizionalità si applica a quasi il 90% della superficie agricola utilizzata nell’Ue e svolge un ruolo importante nell’integrazione delle pratiche agricole sostenibili. Lo standard sulle “buone condizioni agricole e ambientali” prevede di dedicare una quota minima di terreno coltivabile ad aree o caratteristiche non produttive, tipicamente terreni incolti ma anche ad elementi quali siepi o alberi. Le aziende agricole con meno di dieci ettari di terreno coltivabile sono generalmente esentate da tale obbligo.

Oggi la Commissione offre la possibilità a tutti gli agricoltori dell’Ue di essere esentati da questo requisito e di continuare ad avere diritto al pagamento diretto di base della Pac: invece di mantenere il terreno incolto o improduttivo sul 4% dei loro seminativi, gli agricoltori dell’Ue che coltivano colture che fissano l’azoto (come lenticchie, piselli o fave) e/o colture intercalari sul 7% dei loro seminativi saranno considerati conformi ai requisiti. Per quanto la svolta non sia irrilevante, il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, la ritiene un contentino. “Una proposta debole e insufficiente – afferma -. Quello che ci aspettiamo è invece un gesto autorevole e deciso a sostegno dell’agricoltura, già dal Consiglio Ue di domani, con lo stralcio ‘senza se e senza ma’ dell’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni. Dobbiamo poter continuare a garantire la sicurezza alimentare e le politiche comunitarie devono supportare le nostre attività, non ostacolarle“.

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