Dopo sei mesi Elly Schlein e Giuseppe Conte si ritrovano l’uno accanto all’altro nel corso di un evento pubblico. L’occasione è la presentazione del libro dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza “Perché guariremo” che ha riunito attorno a sé molti protagonisti della stagione del Covid: da Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, all’ex viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri.
”Ringrazio Speranza, Conte e tanti altri di quel governo per aver fatto quello che ha fatto durante la pandemia e per come lo ha fatto ovvero ascoltando. È stata la chiave per far scelte difficili, anche impopolari’”, ha detto Elly Schlein nel corso del dibattito che è ruotato attorno al tema della difesa della sanità pubblica e del lavoro svolto dal governo giallorosso. Prove tecniche di “campo largo” rese ancora più palesi dalla presenza in sala di personalità come Pier Luigi Bersani, Dario Franceschini e Massimo D’Alema. A introdurre l’evento è stata Anna Ascani, vicepresidente della Camera, che ha concluso il suo intervento con parole inequivocabili: “L’appuntamento di oggi rappresenta una preziosa opportunità per quanti, come noi, credono che su questo terreno sia in gioco non solo la salute di ognuno di noi ma quella stessa della nostra democrazia”.
Speranza ha elogiato gli italiani che durante la pandemia hanno dimostrato di aver saputo smentire “tanti stereotipi” e poi è partito subito all’attacco del governo Meloni: “Durante la pandemia tutti avevamo detto ‘mai più tagli alla sanità’ e invece stiamo tornando indietro: la spesa sanitaria del prossimo anno sarà inferiore al 2019”. E ha avvertito: “Stiamo tornando indietro e per questo serva una battaglia per difendere la sanità pubblica e questo libro serve a tenere accesa la luce”. Nessuna paura sulla Commissione per il Covid: “Provo pietà per chi l’ha proposta” e con estrema sicurezza dice:“È una cosa costruita per colpire me, Conte e credo anche Draghi”. Il clima cordiale viene spezzato, però, da una battuta sulla politica estera e sulle alleanze locali per le Regionali: “Ho affetto per Giuseppe Conte, ma l’altra sera su Trump e Biden mi si sono rizzati i capelli. O sulla Basilicata dove, nonostante c’è la possibilità di mettere in campo una candidatura straordinaria, non si trova ancora l’accordo”.
L’ex premier Conte non replica subito a questa provocazione, ma si dice “dispiaciuto” per la commissione Covid, ma non “preoccupato” e profetizza: “Sarà un boomerang”. Poi chiarisce la sua posizione sulle presidenziali Usa: “Non ho detto che Biden e Trump sono sullo stesso piano, ma ho detto che chiunque sarà presidente dobbiamo predisporci ad avere buoni rapporti con chiunque ci sia”. E aggiunge: “Non sono sullo stesso piano. Sul piano ideologico abbiamo affinità con Biden”. Subito dopo, però, punzecchia il Pd sugli inceneritori e lo definisce un partito “bellicista”. Insomma, nonostante la buona volontà e la sintonia in materia di salute, le differenze restano evidenti. Conte, spronato dalla Schlein a definire le alleanze per le prossime Regionali, spiega che è necessario “essere credibili” perciò niente cartelli elettorali “come fa la destra”.
Il leader del M5S prende tempo e dice chiaramente: “Non c’è nessun atteggiamento pregiudiziale ma ci sono degli ostacoli molto spesso da rimuovere per costruire progetti solidi e coerenti”. Sembrano, dunque, essere andati a vuoto i messaggi della Schlein a “ricucire” le ferite e a “costruite l’alternativa” al governo Meloni anche perché, secondo la segretaria dem, nonostante le differenze, su molti temi un accordo tra Pd e M5S è possibile. La Schlein invita, quindi, le opposizioni a ripartire dall’esperienza dell’esperienza della pandemia per lavorare insieme su scuola, sanità e casa e sentenzia: “Davanti a quello che stanno facendo non è vero che l’alternativa non c’è”.