«L’assegno pensionistico con Quota 100, Quota 102 e altre forme anticipate flessibili è incompatibile con i redditi da lavoro, sia dipendente che autonomo fino a quando non si maturano i requisiti per la pensione di vecchiaia». E in caso di mancato rispetto del regime di non cumulabilità, l’Inps è tenuta a sospendere la pensione e a recuperare le mensilità pagate indebitamente.
Lo ha chiarito ieri una nota dell’istituto, diramata in seguito ad alcuni clamorosi casi di cronaca tra i quali quello del pensionato con Quota 100 rimasto senza assegno e multato per circa 20mila euro per aver lavorato un solo giorno come comparsa in un film. L’unica eccezione prevista, ha ricordato l’Inps, riguarda i redditi da lavoro autonomo occasionale, purché non superino i 5mila euro di compensi lordi annui. Il regime di incumulabilità della pensione con i redditi da lavoro, è reso noto agli interessati contestualmente al provvedimento di liquidazione della pensione.
Infatti, i pensionati con Quota 100, Quota 102 o pensione anticipata flessibile, prima del compimento dell’età prevista per il pensionamento di vecchiaia, sono tenuti a dichiarare all’Inps eventuali redditi da lavoro, sia dipendente che autonomo, che potrebbero determinare l’incumulabilità della pensione.
L’Inps, attraverso proprie circolari, ha anche chiarito che ai fini del calcolo del limite dei 5mila euro lordi, si considerano tutti i redditi annuali derivanti da lavoro autonomo occasionale, anche quelli riconducibili all’attività svolta nei mesi dell’anno precedente la decorrenza della pensione e/o successivi al compimento dell’età richiesta per la pensione di vecchiaia.
Intanto, si apprende che è saltato a gennaio l’erogazione del bonus per le mamme con almeno due figli, che sarà comunque recuperato in un secondo momento. Per rendere operativo lo sgravio contributivo voluto dal governo Meloni nella legge di Bilancio e destinato alle mamme serviva infatti una circolare dell’Inps. Che però non è arrivata: il motivo, spiegano fonti a LaPresse, è che ci sono ancora verifiche in corso sulla base della normativa sulla privacy sull’opportunità di valutare un rapporto più diretto con le aziende, accedendo ai codici fiscali dei dipendenti. Il bonus comunque, assicurano le fonti, non verrà perso.