Nella guerra per l’eliminazione di Hamas dalla Striscia di Gaza, i tunnel sotterranei si sono rivelati l’arma più pericolosa a disposizione dei terroristi. Nell’elenco delle armi a disposizione delle Idf per distruggerli, è entrata ufficialmente anche l’acqua di mare. L’esercito israeliano ha infatti annunciato di aver allagato alcune delle gallerie che i palestinesi utilizzano per spostare uomini ed equipaggiamento o per tendere imboscate ai militari ebraici.
“Alcune unità dell’Idf e del ministero della Difesa hanno sviluppato congiuntamente una serie di strumenti per iniettare acqua ad alto flusso nei tunnel di Hamas nella Striscia di Gaza, come parte della varietà di strumenti di cui dispone l’IDF per la gestione dei tunnel”, si legge in un post sul profilo X dell’esercito di Tel Aviv. “Il flusso dell’acqua viene effettuato solo nelle direzioni e nei luoghi ritenuti idonei, scegliendo di volta in volta il tipo e il metodo di funzionamento adeguati”. L’esercito israeliano ha anche sottolineato che questa strategia viene utilizzata solamente dopo approfondite analisi del suolo e del sistema idrico dell’area dove si trovano i tunnel, in modo da non compromettere eventuali falde acquifere sotterrane.
Oltre all’allagamento, le forze armate dello Stato ebraico hanno fatto ricorso anche ad attacchi aerei, mezzi tecnologici come robot da ricognizione e operazioni speciali effettuate da brigate specializzate e unità K9, composte da cani appositamente addestrati a muoversi nell’oscurità, individuare trappole esplosive e la presenza di nemici. Da quando è scattata l’offensiva di terra nella Striscia, decine di tunnel sono state individuate e distrutte. Spesso, i loro ingressi erano posizionati vicino ad abitazioni private o a strutture a uso civile, come scuole e ospedali. All’interno della “Gaza sotterranea” i militari di Israele hanno trovato materiale di intelligence e depositi di armi, oltre alle strutture abitative utilizzate dai terroristi e, in un caso, persino le celle in cui sono stati tenuti alcuni degli ostaggi rapiti durante gli attacchi del 7 ottobre.
Secondo i servizi di sicurezza di Tel Aviv, nelle gallerie si nascondono anche alcuni alti ufficiali di Hamas, tra cui il leader dell’organizzazione Yahya Sinwar. L’uomo sarebbe nascosto nel punto più profondo della rete di gallerie sotto Khan Younis, il bastione del gruppo attualmente sotto attacco da parte delle Idf, ma un’operazione volta alla sua cattura è praticamente impossibile vista la presenza nel covo di ostaggi usati come scudi umani.