Pakistan, l’ex premier condannato prima delle elezioni: cosa succede

Pakistan, l'ex premier condannato prima delle elezioni: cosa succede

Nuovo terremoto politico in Pakistan, dove l’ex primo ministro Imran Khan e l’ex ministro degli Esteri Shah Mehmood Qureshi sono stati condannati a 10 anni di carcere per divulgazione di segreti di Stato. Il tribunale speciale istituito nella prigione di Rawalpindi ha annunciato la sentenza nell’ambito del cosiddetto caso cypher, che riguarda un dispaccio diplomatico che Khan avrebbe utilizzato per dimostrare una presunta cospirazione che lo avrebbe rimosso dal potere nel 2022. Ricordiamo che il Pakistan Tehreek-e-Insaf (PTI), partito dello stesso Khan, sostiene da tempo che il suddetto documento citato contenesse una minaccia da parte degli Stati Uniti per spodestare l’ex leader dalla carica di primo ministro.

La condanna di Imran Khan

Il tribunale istituito ai sensi dell’Official Secrets Act ha ritenuto Khan colpevole di aver abusato del cablogramma riservato inviato da un ex ambasciatore pakistano negli Stati Uniti. Il diretto interessato ha ripetutamente negato l’accusa, affermando che il documento contenesse prove del fatto che la sua rimozione dalla carica di primo ministro fosse un complotto ordito dai suoi oppositori politici e dal potente esercito, con l’aiuto dell’amministrazione statunitense. Washington e l’esercito pakistano hanno respinto ogni accusa.

La sentenza contro il principale leader dell’opposizione del Paese arriva circa una settimana prima delle elezioni generali, previste per l’8 febbraio. Syed Zulfiqar Bukhari, portavoce del PTI ha detto ad Al Jazeera che il partito impugnerà la decisione della corte. “Questa era praticamente una scritta sul muro“, ha dichiarato, aggiungendo che il processo si è svolto in “maniera illegale“. “Ai nostri avvocati non era consentito rappresentare Imran Khan. Non è stato loro consentito nemmeno di interrogare i testimoni. Ciò che stava accadendo in tribunale era semplicemente una farsa e una farsa“, ha proseguito Bukhari.

Cosa succede in Pakistan

Quella appena concretizzatasi è la seconda condanna di Khan in meno di un anno. Ad agosto l’ex leader era stato condannato a tre anni in un caso di corruzione che gli aveva impedito di partecipare alle elezioni nazionali. Da tempo in Pakistan è in corso una repressione contro il PTI, che ha visto decine di suoi leader abbandonare il partito e migliaia di suoi membri e sostenitori incarcerati. Recentemente il partito ha perso anche il suo simbolo elettorale – una mazza da cricket – ed è stato costretto a schierare i suoi candidati come indipendenti.

La commissione indipendente per i diritti umani del Pakistan ha affermato che ci sono poche possibilità di assistere ad elezioni parlamentari libere ed eque il prossimo mese a causa di “manipolazioni pre sondaggi“. Ha inoltre espresso preoccupazione per il fatto che le autorità respingano le candidature di Khan e di esponenti di spicco del suo partito. Il caso Cipher è solo uno degli oltre 150 casi pendenti contro Khan. Altre accuse mosse nei suoi confronti vanno dall’oltraggio alla corte al terrorismo, per passare all’incitamento alla violenza.

L’ex premier, al netto della bufera politica, rimane comunque un personaggio politico di primo piano, con una forte base elettorale. Dopo l’arresto di Khan, lo scorso maggio, in Pakistan si sono svolte violente proteste di piazza che hanno portato le autorità a reprimere i suoi sostenitori.

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