Ci sarebbe la loro mano anche nel primo grave attacco contro obiettivi Usa in medio oriente dall’inizio della guerra a Gaza. Sarebbero stati i miliziani del gruppo Kataib Hezbollah a lanciare i droni che hanno causato la morte di almeno tre soldati statunitensi nella base Torre 22, situata nell’area di confine tra Giordania e Siria. Ma il loro nome è noto da tempo. I combattenti sono attivi da almeno 21 anni, da quando cioè hanno iniziato a combattere le forze Usa all’indomani della deposizione di Saddam Hussein in Iraq. Oggi il loro ruolo potrebbe essere legato agli interessi dell’Iran, finanziatore dei miliziani, nell’area.
La nascita di Kataib Hezbollah
Quando il 3 gennaio 2020 un commando Usa ha individuato l’auto di Qassem Soleimaini, il generale iraniano non era da solo. Al suo fianco, lungo la strada che da Baghdad corre verso l’aeroporto, c’era anche Abu Mahdi Al Muhandis. Colui cioè che nel 2003 ha fondato la milizia sciita Kataib Hezbollah. Entrambi sono morti poi nel raid condotto dalle forze di Washington e la vicenda ha dimostrato, tra le altre cose, i forti legami tra i combattenti sciiti e l’Iran.
Legami indubbiamente non sorprendenti e già posti in essere nel momento stesso della nascita del gruppo. Deposto Saddam Hussein, leader iracheno appartenente alla minoranza sunnita, la maggioranza sciita ha subito scalpitato per riprendere le redini del Paese. Il tutto con il supporto dell’Iran, retto da una teocrazia sciita. Da quel momento Kataib Hezbollah ha iniziato a far parte della galassia di movimenti sciiti impegnati a combattere contro le forze Usa.
Il gruppo ha le sue roccaforti nel sud dell’Iraq, lì dove è più forte la presenza sciita. È nelle città di Najaf, Nassiriya, Bassora e Kerbala che i combattenti riescono a reclutare molti simpatizzanti. Un decennio dopo la nascita, Kataib Hezbollah viene proiettato dall’Iran nella lotta all’Isis, in quel momento presente con il suo califfato nel nord del Paese arabo. In questi anni, Al Muhandis e i suoi hanno accresciuto il proprio armamento e il proprio peso politico grazie soprattutto al supporto di Teheran.
Il tutto però anche al prezzo di decine di combattenti morti nella guerra al Califfato. Una guerra che ha visto una silente e mai diretta alleanza con gli stessi Stati Uniti: gli aerei Usa infatti agivano dal cielo, sul campo poi avanzano le forze irachene. E tra queste c’erano per l’appunto anche le più importanti milizie sciite.
Il loro ruolo nella guerra di oggi
Tramontata la drammatica era dello Stato Islamico, Kataib Hezbollah ha iniziato a rappresentare una pedina fondamentale per la cosiddetta mezzaluna sciita ideata da Soleimani. Dopo la morte di quest’ultimo, sono stati proprio i combattenti sciiti iracheni a sfidare apertamente gli Usa con razzi e missili lanciati verso le basi di Washington.
Una tensione poi aumentata dopo l’inizio delle ostilità a Gaza nell’ottobre scorso. Il raid contro la Torre 22 è in tal senso l’episodio più clamoroso, ma non l’unico. L’Iran dal canto suo ha smentito ogni coinvolgimento, derubricando l’accaduto al braccio di ferro in corso tra Usa e miliziani iracheni. Ad ogni modo, adesso gli Stati Uniti potrebbero intraprendere importanti azioni volte a ridimensionare il ruolo di Kataib Hezbollah all’interno dell’Iraq e nella regione. Togliendo così all’Iran un prezioso alleato.