Mercoledì 31 gennaio al Tribunale di Tempio Pausania (Sardegna) riprenderà il processo per violenza sessuale di gruppo a carico di Ciro Grillo, figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, e i suoi tre amici genovesi, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. In aula ci sarà Silvia (nome di fantasia), la studentessa italo-norvegese che nel 2019 denunciò i quattro ragazzi per i presunti abusi. Alla vigilia della nuova udienza, che sarà celebrata a porte chiuse, come le precedenti, il Fatto Quotidiano ha diffuso i verbali della giovane sulla notte trascorsa a Cala di Volpe (Sardegna), nella casa di Grillo jr, assieme agli imputati. Una scelta insolita, quella del giornale diretto da Marco Travaglio, che si è sempre smarcato dalla delicata vicenda giudiziaria attenendosi a una narrazione discreta dei fatti.
I verbali
La decisione di pubblicare i verbali delle udienze a porte chiuse mal si concilia con la necessità di tutelare Silvia che, indipendentemente dall’esito del processo, ha raccontato dettagli molti intimi della sua vita privata. Nella lunga e corposa deposizione, infatti, la ragazza ha ripercorso con grande sofferenza alcuni momenti della notte passata con Ciro Grillo e gli amici. Un racconto denso di particolari e di grande impatto emotivo che merita senza ombra di dubbio alcuno molta discrezione. Ciò detto stupisce la scelta del Fatto di riportare “per la prima volta nella sua interezza” – si legge nell’articolo pubblicato sul quotidiano questa mattina – la deposizione della giovane studentessa, per giunta alla vigilia della nuova udienza. Senza contare che, fino ad oggi, la pruriginosa vicenda giudiziaria era passata quasi in sordina sulle pagine del noto quotidiano. Complice anche una vicinanza storica tra il direttore Marco Travaglio e il fondatore del Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo.
La difesa: “Molte contraddizioni”
Nel corso del dibattimento la deposizione di Silvia è stata segnata da molti “non ricordo“, oltre che da copiose lacrime. Tanto che spesso le udienze sono state interrotte. Per gli avvocati dei quattro imputati “Silvia ricorda solo ciò che vuole“. Nello specifico i legali contestano alla ragazza di non aver lasciato l’abitazione dopo il primo (presunto) stupro, di non ricordare di essere andata a comprare le sigarette e di aver accettato il giorno successivo un passaggio fino ad Arzachena. Un dettaglio, quest’ultimo, di cui la ragazza non ha memoria.
La vicenda
La presunta violenza sessuale di gruppo si sarebbe consumata la notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 nella residenza estiva della famiglia Grillo in Costa Smeralda (Sardegna). Silvia e l’amica Roberta avevano conosciuto Ciro Grillo e gli amici genovesi in un noto locale dell’isola. Al termine della serata, durante la quale erano stati consumati svariati drink, le due studentesse avevano seguito la comitiva di ragazzi nell’appartamento a Cala di Volpe. Su quanto accaduto nelle ore successive ci sono due versioni diverse. Da un lato quella della studentessa italo-norvegese, che sostiene di essere violentata più volte, dall’altro quello dei quattro ragazzi che respingono le accuse. Gli imputati ritengono che Silvia fosse “consenziente” e dunque, a dir loro, non ci sarebbe stata alcuna violenza.