Se c’è Sinner (leggi Juve: copyright Allegri) basta Sommer per sminarlo. E se il derby d’Italia fa sangue (copyright Spalletti) ben venga, almeno non farà sonno. Ed, in effetti, non si può dire che faccia venir sonno, non c’è riuscito nemmeno nella partita di andata. Stavolta sarà derby d’Italia a mostrar mercanzia del made in Italy pallonaro. Cosa ci racconterà che già non si sappia? Il calcio è ingannatore e non sempre vince il più forte, magari vince il migliore. Però due difese di ferro sono il fiore all’occhiello di un calcio insegnato a casa nostra. L’Inter, 10 reti subite, 13 partite senza subire gol, fa la ruota del pavone anche nel resto d’Europa se consideriamo i 5 migliori tornei. La Juve ne ha subite 13, con una partita in più, e le sfide senza gol sono una in meno. L’attacco nerazzurro spopola, quello bianconero zoppica eppure in testa alla classifica cannonieri ci sono Lautaro e Vlahovic, esattamente come in ordine di classifica. No, il campionato non mente. Lautaro segna a ripetizione, DV9 ha preso ad imitarlo, anzi nel 2024 ha già fatto leggermente meglio (6 reti negli ultimi 4 match). Sono diventati bomber quando fino all’anno scorso erano solo aspiranti goleador.
Ecco, Inter e Juve stavolta sono delegate a raccontarci che la serie A si regge sul loro blasone e sulla bontà calcistica magari distillata. Stanno tenendo alta la tensione e l’attenzione. Sennò sarebbero sonni. I due portieri sono l’essenza dell’uomo tranquillo, gli attaccanti la volontà degli aspiranti divi. Allegri dice Inter Diokovic, Juve Sinner. Tradotto nemmeno tanto casualmente: l’Inter rappresenta l’Italia di oggi ad alta densità di anzianità (si fa per dire: è fra le squadre a più alta età media), la Juve interpreta la gioventù che tutti vorremmo si rilanciasse anziché contrarsi sempre. È derby di blasoni, di un calcio che racconta il meglio e il peggio: quali squadre se non Inter e Juve sono state accusate, nei tempi dei tempi, di favoritismi arbitrali, di tutto quanto fa veleno? Oggi rappresentano sul campo il meglio che il made in Italy possa mostrarci. Domenica non sarà un derby scudetto. Lunga la strada: l’Inter deve battersi anche in Champions per soddisfare il rango appena acquisito. La Juve avrà l’intralcio della coppa Italia. L’Inter ci ha dimostrato di essere forte. La Juve di essere rampante. Entrambe sono la miglior dimostrazione dell’essere squadra.
La Juve, insieme a pochi club, è l’ultima barricata padronale italiana. L’Inter il simbolo dell’avvento (talvolta avventurismo) dei padroni stranieri. Allegri e Inzaghi tengono alto il made in Italy della panca: uno re degli scudetti, l’altro re di coppe. Negli scontri diretti il re degli scudetti è ancora maestro: lo dice lo score. Stavolta da Sommer a Lautaro, l’Inter canta. E, per ora, la Juve balla.