“Fammi vedere il tuo reddito”, “Ti rode”. Come Pomicino e Di Pietro litigarono nel 2016

"Fammi vedere il tuo reddito", "Ti rode". Come Pomicino e Di Pietro litigarono nel 2016

In questi giorni cadono gli otto anni da uno degli scontri televisivi più pesanti andati in onda nelle televisioni italiane. Nella trasmissione che raccontava la nascita di Mani Pulite, la puntata di “Fuori Onda” su La7 si incentrò tutta sul litigio di fuoco a distanza tra Paolo Cirino Pomicino e Antonio Di Pietro. I due si conoscono molto bene, essendo stati sotto la luce dei riflettori all’inizio degli anni ’90 per motivi proprio legati a Tangentopoli: il primo come imputato, il secondo come magistrato. L’ultima volta che i due erano apparsi contemporaneamente nella stessa inquadratura era il 1994, in occasione dell’interrogatorio del processo Enimont. Dopo ventidue anni, ecco quindi la resa dei conti.

Nello studio a gestione David Parenzo e Tommaso Abate è Di Pietro a fare scattare la scintilla che provocherà la furia di Pomicino: “Una delle ragioni fondamentali per cui oggi siamo ancora per terra e i nostri giovani non hanno possibilità di lavoro è perché c’è un grande debito pubblico: per colpa delle tangenti si pagavano dieci volte appalti che dovevano essere pagati ua volta sola“. Dopo queste parole dell’ex magistrato, arriva la pronta replica dello storico esponente della Democrazia Cristiana: “Di Pietro dimostra che ha un’ignoranza abissale, perché in questi trent’anni il debito pubblico si è triplicato e il Paese si è impoverito“. Poi lancia la sfida: “Vi chiedo di fare una verifica reddituale e patrimoniale tra lui e il sottoscritto per capire chi ha rubato e se ha rubato – è l’intemerata di Pomicino -. Questo mascalzone ha detto che in realtà la crescita degli anni ’80 del sistema politico democratico era legata alle tangenti. Lui è una persona ignorante e in malafede. Ora vediamo chi ha rubato“.

L’ex leader di Italia dei Valori tenta di rispondere alla “sfida”: “Capisco che una persona che ha vissuto un’esperienza politica come allora vive di questi ricordi“. “Tu accetta la sfida e andiamo a vedere i nostri patrimoni, visto che entrambi siamo stati dipendenti pubblici. Andiamoli a vedere, perdincibacco. Siate seri quando parlate di politica vera“, accusa il democristiano napoletano. La parola ritorna a Di Pietro: “Per quanto riguarda i miei patrimoni, se ne sono già occupati i magistrati. Quindi il problema non si pone, perché sotto questo aspetto è stata archiviata qualsiasi mia posizione. Sto facendo un’analisi politica. Ribadisco – aggiunge Di Pietro – che il debito pubblico è aumentato molto per via degli sprechi e delle corruzioni. Mi meraviglio che una persona accorta come Cirino Pomicino ne faccia una questione personale, ma lo capisco e lo abbraccio: a un certo punto quando a uno gli rode, gli rode“.

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