Il passaggio nel Mar Rosso è uno snodo chiave per i commerci via mare del pianeta e in questo momento la crisi in Medio Oriente sta mettendo in pericolo le economie mondiali. Per questo motivo diversi Paesi hanno organizzato missioni militari per contrastare gli attacchi degli Houthi. L’Italia è tra questi e il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a Quarta Repubblica ha confermato che la nostra nave verrà mantenuta nel Mar Rosso per diverso tempo, almeno fino a quando la situazione non si sarà calmata.
“L’Italia ha programmato di mantenere una nave nell’area del Mar Rosso almeno fino al prossimo anno. Siamo la nazione che ha probabilmente più interesse nell’area“, ha sottolineato il ministro, mettendo l’accento sulle gravi ricadute che potrebbe avere il blocco totale del passaggio per i nostri commerci. Regno Unito e Stati Uniti hanno capito che gli Houthi “non attaccano le navi cinesi e quelle russe, motivo per cui Pechino e Mosca potrebbero avvantaggiarsi di questa dinamica. Si tratta di una doppia guerra“. Il 45% dei traffici commerciali italiani, ha spiegato il ministro, passa dal Mar Rosso, per questo motivo “L’Italia ha distaccato una nave militare che si trovava in zona e ora è impegnata a scortare le nostre navi commerciali, difendendole sparando qualora finissero sotto attacco degli Houthi“.
Proprio per la grave situazione del Mar Rosso, ha aggiunto Crosetto, “i nostri porti hanno perso il 20% del fatturato, una serie di materie prime importanti non arrivano più in Italia o arrivano con costi maggiori“. Il momento storico è molto complesso, ha ammesso il ministro, “non c’è mai stata una somma così di guerre aperte che in qualche modo hanno un influenza su di noi e che ci toccano da vicino, quindi la guerra in Ucraina, poi nella Striscia di Gaza, di Israele contro Hamas in questo momento, quella del Mar Rosso“. Questo rende quello attuale “il periodo più pericoloso dalla fine della Seconda guerra mondiale a oggi” e il compito del ministro della Difesa, in situazioni come queste, “è preparare il Paese rispetto agli scenari peggiori“. Un compito non facile per il ministro, che si trova a gestire un ministero in uno dei momenti più difficili da quando è nata la Repubblica.