Cosa vuol dire per Jannik Sinner vincere il primo Slam, gli Australian Open, a 22 anni? Tante, tantissime cose tra cui, prima su tutte, la possibilità di fare il Grande Slam nell’anno solare, ossia vincere tutti e quattro gli appuntamenti del Major (dopo Melbourne sarà il turno di Roland Garros, Wimbledon e Us Open). Era l’obiettivo dichiarato, non molte settimane fa, di Novak Djokovic che nella sua immensa carriera non c’è mai riuscito (e anche per quest’anno è fuori dai giochi) mentre per Jannik teoricamente c’è la possibilità di realizzarlo se dovesse vincere anche gli altri tre Slam della stagione. Quest’anno, però, c’è un appuntamento imperdibile che capita soltanto ogni quattro anni grazie alle Olimpiadi.
Cos’è il Grande Slam d’Oro
Anche in questo caso, l’uomo che ha vinto più Slam di tutti nel tennis, ossia il serbo (24) che ha staccato nettamente Nadal (22) e Federer (20), dovrà rinunciare a quella che probabilmente sarebbe stata l’ultima occasione per fare addirittura il Grande Slam d’Oro mentre Sinner è pienamente in corsa anche per questo obiettivo che nella storia è stato raggiunto soltanto da campioni del calibro di Andre Agassi e Rafael Nadal. Significa che oltre a tutti e quattro i classici Slam bisogna vincere la medaglia d’oro alle Olimpiadi che la prossima estate saranno di scena a Parigi.
Nel circuito Atp, quindi, soltanto Sinner è in grado di compiere l’impresa nel 2024, per tutti gli altri appuntamento fra quattro anni a Los Angeles a patto, però, che prima si vinca alla Rod Laver Arena di Melbourne. Tra le donne, invece, l’impresa è riuscita soltanto a Steffi Graf e Serena Williams. Il nostro Sinner, la prossima estate, potrebbe regalare un’altra gioia storica al tennis italiano dal momento che nessuno ha vinto nemmeno una medaglia nell’era Open mentre, ironia del destino, l’unico portare a casa un bronzo fu Uberto de Morpurgo cento anni fa esatti, nel 1924, e proprio alle Olimpiadi di Parigi. Che sia un segnale di buon auspicio?
Come nacque l’espressione
In molti non sanno che secondo alcune ricostruzioni, fu proprio un giornalista a coniare causalmente il termine Grande Slam nel 1933: si trattava di John Kieran del New York Times, che su un pezzo fece riferimento al tennista australiano Jack Crawford. “Se dopo aver vinto in Australia, in Francia e in Inghilterra vincesse anche il torneo americano, sarebbe come segnare un Grande Slam nel bridge“, riferendosi al punteggio più elevato che si può raggiungere nel celebre gioco di carte che tanto piaceva a Kieran.