“Trascinata come un cane”. Ilaria Salis incatenata mani e piedi: udienza choc a Budapest

"Trattata come una bestia, cimici e topi in cella". Ilaria Salis, il memoriale choc dal carcere

Ilaria Salis, maestra milanese di 39 anni e militante antifascista, è stata portata nell’aula del tribunale di Budapest legata per le mani e i piedi, tenuta per una catena e sorvegliata su una panca per tutta la durata dell’udienza da due agenti di un corpo speciale della Polizia penitenziaria che indossavano un giubbotto antiproiettile e il passamontagna per non essere riconoscibili. La donna, imputata assieme ad altri due cittadini tedeschi, si è dichiarata non colpevole ma rischia 16 anni di carcere con l’accusa di lesioni aggravate ai danni di due neonazisti.

Ilaria Salis in aula a Budapest (con mani e piedi legati)

I legali italiani di Salis, avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini, hanno sottolineato il trattamento riservato alla loro assistita, comparsa in tribunale a Budapest, come detto, legata per le mani e per i piedi, e controllata a vista da alcuni agenti ungheresi. La donna ha presenziato alla prima udienza del processo in cui rischia di dover scontare svariati anni di carcere con l’accusa di lesioni aggravate ai danni di due neonazisti.

Dal canto suo Salis si è dichiarata non colpevole e ha contestato l’impossibilità di vedere le immagini delle telecamere di sorveglianza su cui si basa l’accusa e la mancata traduzione degli atti, in inglese e in italiano, che le hanno impedito di conoscere appieno i reati di cui è chiamata a rispondere. Come ha spiegato Il Corriere della Sera, la donna avrebbe rifiutato un patteggiamento a 11 anni.

Dal punto di vista giudiziario, il processo è stato rinviato al prossimo 24 maggio. Nelle scorse ore è stato chiesto l’esame delle persone offese (le vittime), un consulente antropometrico e un medico legale sulla natura ‘potenzialmente letale delle lesioni provocate che hanno portato a una prognosi di 5 e 8 giorni.

Cosa è successo in Ungheria

La difesa contesta la stessa natura del reato – che non è di tentato omicidio e in Italia avrebbe pene così lievi da non permettere misure di custodia in attesa di sentenza – e l’aggravante di aver agito “nell’ambito di un’associazione a delinquere tedesca“, la ‘Hammerband‘ di Lipsia (‘banda del martello) che avrebbe scelto Budapest per attaccare e assaltare militanti fascisti e neonazisti radunati l’11 febbraio in occasione del Giorno dell’onore.

Il giudice ungherese ha confermato per il momento la custodia cautelare in carcere della maestra lombarda, apparsa nell’udienza indossando un maglione chiaro a strisce orizzontali, ma non è escluso che i legali presentino a breve una richiesta di domiciliari in attesa della sentenza.

“Violazione della normativa europea”

È stato choccante, un’immagine pazzesca. Ci aveva detto che veniva sempre trasferita in queste condizioni ma vederla ci ha fatto davvero impressione. Era tirata come un cane, con manette attaccate a un cinturone da cui partiva una catena che andava fino ai piedi, con questa guardia che la tirava con una catena di ferro. Ed è rimasta così per tre ore e mezza“, ha dichiarato all’Ansa uno dei due avvocati della donna, Eugenio Losco, aggiungendo che quanto visto è una grave violazione della normativa europea e che “l’Italia deve far finire questa situazione ora“.

Devo guardare i fatti precisi in questo caso. Non ho avuto modo di seguire nel dettaglio il caso individuale. In generale non interveniamo negli affari individuali ma se sono stati presi dei contatti bilaterali, la Commissione è pronta a fornire un aiuto di questi contatti bilaterali tra l’Italia e l’Ungheria”, ha dichiarato il commissario europeo alla Giustizia, Didier Reynders, rispondendo a una domanda sul caso di Ilaria Salis. Un caso che continuerà a far discutere ancora a lungo.

Intanto il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani – a quanto si apprende – ha dato disposizioni al segretario generale della Farnesina, Riccardo Guariglia, di convocare l’ambasciatore di Ungheria a Roma per un passo di protesta per le condizioni di detenzione della cittadina italiana Ilaria Salis. Parallelamente – viene spiegato – nelle prossime l’ambasciatore d’Italia in Ungheria effettuerà un passo presso le autorità di Budapest.

È una fotografia molto dura. Abbiamo incontrato il padre, naturalmente la magistratura ungherese è sovrana. Ci si può attivare, cosi come ci stiamo attivando, attraverso i canali diplomatici, facendo tutto il possibile per attenuare le condizioni rigorose in cui è detenuta“, ha detto, a proposito dell’udienza in Ungheria per Salis, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

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