Il New York Times il Washington Post sono riusciti a ottenere il report dell’intelligence israeliana che ha portato il governo di Benjamin Netanyahu ad accusare 12 dipendenti dell’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi, di aver partecipato ai massacri del 7 ottobre. Nel fascicolo sono contenuti i nomi e le mansioni dei lavoratori umanitari complici dei terroristi.
I movimenti di sei di questi all’interno dello Stato ebraico sarebbero stati ricostruiti dai servizi di sicurezza di Tel Aviv grazie alla linea dei cellulari, mentre altri sono stati intercettati mentre discutevano del loro coinvolgimento nell’attacco. In tre, inoltre, si sarebbero presentati nei luoghi da cui gli uomini di Hamas e della Jihad islamica si sono mossi verso il confine di Gaza dopo aver ricevuto ordini via messaggio. A un membro del terzetto è stato chiesto di portare da casa sua granate con propulsione a razzo.
Stando a quanto riportato dal New York Time, ben sette degli accusati sono insegnanti di matematica e arabo, mentre altri due lavoravano nelle scuole ricoprendo altri incarichi. Nella lista dei complici dei terroristi vi sono anche un responsabile di magazzino, un assistente sociale che avrebbe contribuito a portare nella Striscia un soldato israeliano morto e a distribuire munizioni nel giorno dell’assalto, un impiegato e un consulente scolastico che, assieme al figlio, avrebbe rapito una donna ebraica. Il Washington Post ha aggiunto che, secondo le stime dell’intelligence di Tel Aviv, circa 1200 degli oltre 12mila dipendenti dell’Unrwa hanno legami con Hamas o la Jihad islamica, e quasi la metà hanno parenti che militano in queste organizzazioni.
Il dossier compilato da Israele ha portato dieci Paesi, tra cui l’Italia, a sospendere i finanziamenti all’agenzia, che ha licenziato i dodici sospettati e avviato un’indagine approfondita. Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha però chiesto agli Stati di cambiare idea e continuare ad inviare fondi all’Unrwa, sostenendo che il suo lavoro sia fondamentale nella Striscia. “Se i dieci Paesi non cambieranno idea, in un mese non saremo più in grado di lavorare, e la catastrofe umanitaria di Gaza si trasformerà in inferno”, ha affermato il portavoce dell’agenzia Tamara Alrifai. La collusione dell’organizzazione della Nazioni Unite con i terroristi sembra andare ben oltre la dozzina di dipendenti direttamente coinvolti nei massacri. Nelle ore dei massacri del 7 ottobre, infatti, nel gruppo Telegram dell’agenzia sono comparse decine di messaggi di invocazioni ad Allah e di sostegno ai “martiri” ed “eroi” impegnati nella mattanza dei civili israeliani. “Voglio che uno di questi eroi mi insegni come crescere i miei figli” e “Che Dio rafforzi i loro piedi e affini la loro abilità di tiro” sono solo due esempi che indicano come l’agenzia che dovrebbe aiutare a migliorare le condizioni di vita dei palestinesi nella Striscia è complice dei terroristi che continuano a farsi scudo dei civili nella guerra che hanno scatenato.