L’insostenibile bisogno di buone notizie può trasformarsi in astinenza. In certi periodi, e questo è uno di quelli, la serenità diventa il ricordo lontano di una sensazione che non ci accompagnava sempre però, diamine, almeno ogni tanto. Circondati da guerre come funghi velenosi, tassi e prezzi impazziti, bollette schizofreniche, stupidate, disgrazie e disgraziati, la mancanza di serenità è diventata cronica. Pulsa dentro al risveglio, accompagna le giornate, e quando ci corichiamo la sensazione non è di andare solo a dormire bensì a nasconderci sotto coperte di Linus. Come tutte le astinenze, il bisogno di buone notizie fa male, stringe lo stomaco, scopre nervi e sensazioni come se masticassimo cubetti di ghiaccio. Per fortuna è facile da curare: per respirare un attimo di serenità è sufficiente un campione con la faccia per bene, che dica cose per bene e, ovviamente, giochi molto bene a tennis. Ieri quel ghiaccio si è sciolto e per qualche giorno non si riformerà. Jannik Sinner ci ha letteralmente levato di dosso la coperta di Linus sotto cui parcheggiavamo le nostre ansie e ci ha svegliati dicendo seguitemi che magari vi porto buone notizie. Potenza dello sport, ultra vita nel bene come nel male, sensazioni elevate all’ennesima potenza. Come Adriano Panatta che nel 1976, con l’Italia cupa avvolta nel terrorismo e le crisi economiche, regalò ai nostri genitori e a noi figli un motivo per rasserenarsi e un altro per emularlo. Esattamente quel che sta facendo ora Jannik, quasi che un fil rouge – e il rosso è mai più che appropriato – legasse idealmente quell’Italia là a quest’Italia qua. Ansie diverse ma ansie. Astinenze diverse però astinenze. Di tornare a respirare era capitato tre anni fa con Marcell Jacobs e i 100 metri vinti ai Giochi nel mezzo del covid, giorni di occhi sgranati e increduli zeppi di gioia nel pieno della pandemia. Si ripete ora. Con una differenza, però: le parole di Jannik. L’elogio della famiglia e la libertà che ogni giovane deve avere per mettere alla prova se stesso. Servizio e volée. Un messaggio per noi genitori, un messaggio per i nostri figli. Comunque, una gran bella notizia.