Una sola coltellata alla gola. Netta, al punto da uccidere all’istante. Oltre ad altre ferite sul corpo. Così è stato trovato dai carabinieri Andrea Bossi, operaio lombardo di 26 anni. Il suo corpo senza vita straziato da un coltello da cucina – che non sarebbe stato rinvenuto dagli inquirenti sulla scena del delitto – era riverso a terra nel suo appartamento in una zona residenziale di Cairate, piccolo comune a una ventina di chilometri da Varese.
Un omicidio – questo è certo – ma ancora avvolto nel mistero; perché il giovane, apprezzato da chiunque lo conoscesse, conduceva una vita regolare e, almeno apparentemente, senza tensioni. Ecco perché gli inquirenti in queste ore stanno scavando nelle frequentazioni e nelle abitudini del ragazzo e non escludono alcuna pista, compresa quella sentimentale. A trovare il corpo straziato è il padre di Andrea, che va a casa del ragazzo dopo che per ore non rispondeva al telefono.
Scatta subito l’allarme, ma il giovane è già morto da diverse ore. D’altronde sono gli stessi vicini di casa a rivelare di aver sentito, intorno alle 4 del mattino, abbaiare il cane del 26enne e poi un rumore, come un tonfo, ma né urla né richieste di aiuto si sono levate dall’appartamento. Sulla soglia di casa e sul pianerottolo sono state trovate numerose tracce di sangue e forse anche impronte che potrebbero essere state lasciate dall’assassino. Le indagini, coordinate dalla procura di Busto Arsizio, diretta da Carlo Nocerino, sono subito state avviate per omicidio e gli inquirenti hanno piantonato per ore l’appartamento, soprattutto a caccia di tracce della violenza, e hanno ascoltato parenti e vicini. Cosa sia accaduto quella notte tra venerdì e sabato nella palazzina a due piani nel quartiere della «Quadra» è ancora un interrogativo. Andrea Bossi si era trasferito a Cairate da circa sei mesi in una casa di proprietà dove viveva da solo. I genitori di Andrea si erano separati da tempo e il ragazzo aveva scelto di vivere con la madre. Poi la decisione dell’autonomia. Continuava però a lavorare come operaio in una carpenteria nel comune confinante di Fagnano Olona, suo paese d’origine. E in queste ore sono due le comunità sotto shock: quella di Fagnano e quella di Cairate.
«Non riusciamo davvero a ipotizzare cosa possa aver scatenato questa aggressione – ha riferito il sindaco di Fagnano Marco Baroffio -. Andrea Bossi non aveva brutte frequentazioni. Era un bravo ragazzo, molto conosciuto in paese, non certo un tipo che desta preoccupazioni, ha sempre lavorato in officina. Mi sento di dire è l’invito alla comunità di Fagnano Olona a stare vicino ai familiari, a portargli il rispetto dovuto per il dolore che stanno vivendo». Anna Pugliese, la sindaca di Cairate, invece non conosceva la vittima ed è stata informata dell’omicidio nel pomeriggio di sabato.
La caccia al killer di Andrea Bossi da parte dei carabinieri è partito già da ore in tutto il Varesotto e nelle province confinanti. E se al momento quella sentimentale e il regolamento di conti sembrano essere le piste più battute gli inquirenti ribadiscono che non si escludono altri moventi. Fondamentali per le ricerche saranno i rilievi scientifici sulle tracce ematiche trovate nell’appartamento e nella palazzina lasciate dall’assassino in fuga.