«Mi stupisco dello stupore». E poi: «Ma davvero oggi si può nascondere come si è comportata, nella storia italiana, una parte (non certo tutta) della magistratura?». Sono le due di ieri pomeriggio, e Guido Crosetto, ministro della Difesa, è da una manciata di ore al centro del finimondo scatenato dalla sua intervista al Corriere della sera. Tema: l’agguato in corso al governo dei centrodestra da parte di ambienti giudiziari per fermare la «deriva reazionaria». Dieci righe in fondo a una intervista in cui si parla di molto altro, ma sufficienti a causare l’indignazione della magistratura organizzata: anche perché l’intervista fa irruzione nell’assemblea, in corso in Cassazione, dell’Associazione nazionale magistrati. Il ministro se l’aspettava, non smentisce, non arretra e anzi rilancia. E si dichiara pronto a riferire in Parlamento quello che sa, comprese le riunioni in cui gruppi di magistrati pianificano l’azione contro il governo.
È un fulmine (quasi) a ciel sereno, quello che irrompe nella domenica politica: anche perché viene da un esponente del governo, come Crosetto, che dal giorno dell’insediamento non aveva mai avuto, neanche blandamente, cenni polemici verso la magistratura. A ben vedere, un precedente c’è. Luglio 2022, alle elezioni mancavano due mesi, Crosetto indica Giorgia Meloni come sicura vincitrice, e aggiunge: «useranno tutti gli strumenti per fermare l’ascesa di Giorgia. Il più immediato e facile sarà, come sempre è stato, la magistratura».
Previsione azzecata, sembra dire ora Crosetto con l’intervista al Corriere: «L’unico grande pericolo per il governo è quello di chi si sente fazione antagonista da sempre e che ha sempre affossato i governi di centrodestra: l’opposizione giudiziaria». Parla di «riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare a fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni”». E conclude: «se conosco bene questo paese mi aspetto che si apra presto questa stagione, prima delle Europee».
Crosetto non fa nomi di magistrati nè di correnti, ma è chiaro che parla soprattutto di Magistratura democratica, la corrente storica delle toghe rosse”. Peraltro parole quasi identiche a quelle citate da Crosetto (fare argine alle derive autoritarie del ceto di governo) sono risuonate due settimane fa nel congresso di Md a Napoli. Ma a reagire indignata – con la sola eccezione dei conservatori di Magistratura indipendente – è l’intera Anm: «È fuorviante la rappresentazione di una magistratura che rema contro e che possa farsi opposizione politico-partitica», dice il segretario Peppe Santalucia. Il ministro, secondo Santalucia, diffonde «una fake news che non ha nessun fondamento e che fa male alle istituzioni”. Stefano Musolino, di Md, accusa il ministro di avere lanciato «un monito affinché la magistratura si conformi agli scopi del Governo».
Ancora più diretto il nuovo segretario Area democratica per la Giustizia (di cui fa parte anche Md), Giovanni Zaccaro: «Vorrei rassicurare il ministro Crosetto: le associazioni dei magistrati non fanno riunioni clandestine, non siamo carbonari. Non tifano per un governo o contro un governo». E cerca di liquidare quella di Crosetto come una «battuta malriuscita».
Non era una battuta, e non è uscita male, gli fa sapere nel pomeriggio il ministro con la sua nota: «Ho fatto quel passaggio non superficialmente, non a cuor leggero, con l’amarezza di chi crede nelle istituzioni ed ha fiducia nella stragrande maggioranza della magistratura e che quindi si sente indignato qualora fosse vero quanto gli è stato riferito». E aggiunge: «mi sono premurato anche di comunicare anche ad altri le notizie che mi erano state riferite (da persone credibili) e che ritenevo gravi, ove e se confermate». Riunioni, sembra dire Crosetto, di cui conosco luogo e data.