Con l’inizio del nuovo anno l’Agenzia delle entrate si è concentrata sulle modalità con cui presentare la dichiarazione Iva 2024, ovviamente in relazione alle cifre conseguite durante il 2023.
A tale proposito, il 15 gennaio l’Agenzia ha emanato il provvedimento 8230/2024 con tutte le istruzioni necessarie a presentare i dati in modo corretto ed entro i termini stabiliti.
È utile sapere, prima di sviscerare l’argomento, che i soggetti tenuti alla dichiarazione Iva devono presentarla tra il primo giorno di febbraio e il 30 aprile del 2024, c’è quindi tutto il tempo per prepararla.
Va anche specificato che la dichiarazione Iva va presentata in modalità telematica, non può essere quindi inviata in altro modo, pena una sanzione che fa dai 250 euro ai 2.000 euro.
L’obbligo di presentazione della dichiarazione Iva 2024
In prima istanza sono obbligati a presentare la dichiarazione annuale Iva i contribuenti che svolgono attività di impresa, professionali o artistiche. Categorie che si ampliano a tutti i titolari di partita Iva, anche quelli non residenti sul territorio ma identificati come contribuenti Iva in Italia.
A questi si aggiungono le organizzazioni di soggetti non residenti, aziende estere che operano in Italia.
I soggetti che devono assolvere l’obbligo di presentazione della dichiarazione Iva 2024 possono farlo in prima persona ma anche tramite un intermediario, dei quali parleremo più avanti.
Chi è esonerato dalla dichiarazione Iva
L’elenco dei soggetti esonerati è più particolareggiato e comprende:
- i contribuenti che per l’anno di imposta 2023 hanno effettuato soltanto operazioni esenti dall’Iva
- i contribuenti senza obbligo di fatturazione e di registrazione dell’Iva
- i contribuenti che sottostavano ai regimi semplificati
- i contribuenti che si sono avvalsi del regime forfetario
- i produttori agricoli secondo l’articolo 34 del decreto-legge 98/2011
- i contribuenti che gestiscono attività di organizzazione di giochi e intrattenimenti così come elencati nel decreto del Presidente della Repubblica 640/1972
- i soggetti passivi d’imposta che rispondono al comma 3 dell’articolo 44 del decreto-legge 331/93 e che hanno effettuato solo operazioni non imponibili durante il periodo di imposta
- i raccoglitori occasionali inclusi nella classe Ateco 02.30 e i raccoglitori occasionali che rispondono all’articolo 3 del decreto legislativo 75/2018 che non hanno realizzato una cifra d’affari superiore ai 7.000 euro
Queste categorie costituiscono solo una parte dei soggetti esonerati, così come riportati nelle norme citate dal provvedimento dell’Agenzia delle entrate citato sopra.
Chi sono i soggetti abilitati alla presentazione
Oltre a essere inviata telematicamente dal diretto interessato, la dichiarazione può essere presentata da quelli che vengono chiamati soggetti abilitati, ossia:
- gli iscritti negli albi degli avvocati e i notai
- gli iscritti negli albi dei dottori commercialisti, dei periti commerciali, dei ragionieri e dei consulenti del lavoro
- gli iscritti nel registro dei revisori contabili
- gli studi professionali e le società di servizi di cui la metà almeno degli associati è iscritta negli albi, nei ruoli o nei collegi ritenuti abilitanti. Ciò vale anche per gli studi professionali e le società di servizi il cui capitale è posseduto, per almeno la metà, da soggetti abilitati
- i Centri di assistenza fiscale (Caf) per le imprese, per i lavoratori dipendenti e per i pensionati
- chi svolge attività di consulenza fiscale
- le associazioni di categoria tra imprenditori.
Gli intermediari interpellati dai contribuenti hanno l’obbligo di inviare le dichiarazioni Iva. Ritardi oppure l’omissione dell’invio può sfociare in una sanzione che va dai 516 euro a i 5.164 euro.
I documenti da conservare
Una volta ricevuta la dichiarazione che, rammentiamo, può essere inviata soltanto per via telematica, l’Agenzia delle entrate invia una ricevuta che riporta:
- i dati del dichiarante
- i dati fiscali contenuti nella dichiarazione
- la data di ricezione della dichiarazione
- il numero di protocollo assegnato alla dichiarazione.
Tale ricevuta è da conservare fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello durante il quale la dichiarazione è stata presentata. Quindi, per quanto riguarda la dichiarazione Iva 2024, la ricevuta va conservata fino al 31 dicembre 2029.
Le modalità e i termini del versamento dell’Iva
L’Iva va versata usando il Modello F24 e il limite minimo è fissato in ragione di 10,33 euro. Il saldo dell’Iva va versato, rispettivamente:
- entro il 16 marzo di ogni anno
- entro il termine del pagamento del dovuto in base alla dichiarazione dei redditi con una maggiorazione dello 0,40% per ogni frazione di mese successivo al 16 marzo.
La rateizzazione è tema di discussione e, al momento, l’intenzione dell’esecutivo è di ampliare il termine massimo a 120 mesi, ossia 10 anni, nel caso in cui i contribuenti avessero problemi finanziari.