Scontri a Tel Aviv, polizia disperde manifestanti contro il governo

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Scontri a Tel Aviv fra la polizia e alcuni manifestanti anti governativi. Come scrive il quotidiano israeliano Haaretz gli agenti hanno provato a portare via con la forza i dimostranti, arrestandone alcuni. Un video pubblicato da Times of Israel mostra alcuni agenti di polizia a cavallo che disperdono la protesta. Gli scontri sono scoppiati dopo che una parte dei manifestanti, riuniti in piazza Habima, si sono riversati sull’adiacente via Kaplan per bloccare il traffico.

Ma cosa chiedevano i manifestanti? Migliaia di persone sono scese in piazza, sia a Tel Aviv che a Gerusalemme, per chiedere la liberazione degli ostaggi. A Tel Aviv, invece, ha avuto luogo un’altra un’altra protesta, contro il governo. “Elezioni adesso”, hanno scandito le persone in piazza Habima, per esprimere un malcontento, contro Netanyahu, sempre più diffuso.

Il parente di uno dei rapiti di hamas, Noam Dan, ha preso la parola per dire che “un governo che dà la priorità alla guerra e la vendetta sulla vita, in nome di idee politiche bizzarre e messianiche e che sacrifica gli ostaggi, deve essere rovesciato”. Molto difficile, però, che in una situazone come questa, nel pieno di una guerra, un governo in carica venga disarcionato.

Nella ormai famosa “piazza degli ostaggi” di Tel Aviv si sono riuniti altri cittadini per chiedere la liberazione delle 136 persone ancora prigioniere di Hamas nella Striscia di Gaza: “Riportateli a casa, ora!”. Manifestazione analoga anche a Gerusalemme.

I parenti degli ostaggi a Netanyahu

Netanyahu pensi “a riparare gli errori” del 7 ottobre, invece di “sgridare i parenti delle vittime”. È la risposta del Forum delle famiglie degli ostaggi a Netanyahu, poco dopo che il premier aveva detto che le manifestazioni dei parenti rafforzano Hamas. “Le famiglie incontrano i leader mondiali – afferma il Forum, citato da Times of Israel – guidano gli sforzi per il trasferimento di medicinali agli ostaggi, hanno portato in Israele il presidente della Corte penale internazionale e mobilitato i media e i principali influencer a sostegno di Israele e degli ostaggi”.

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