È morta a Copenhagen, dove viveva dal 1958, la scrittrice sarda Maria Giacobbe, che con il suo primo libro Diario di una maestrina (Laterza, 1957) vinse il Premio Viareggio come opera prima. Aveva 95 anni. Era nata a Nuoro il 14 agosto 1928 e dopo il matrimonio si era trasferita in Danimarca, patria del marito, lo scrittore Uffe Harder. Con lui aveva avuto due figli Thomas e Andreas, quest’ultimo annegato in mare a Orosei quando aveva 55 anni.
La sua vita
Figlia di Dino Giacobbe, antifascista tra i fondatori del Partito Sardo d’Azione e poi combattente repubblicano in Spagna ed esule negli Stati Uniti sino alla fine della guerra e di Graziella Sechi, insegnante elementare, anche lei perseguitata dal regime fascista per aver condiviso le idee del marito. Passò l’infanzia e l’adolescenza a Nuoro, frequentando il Regio Liceo ginnasio Giorgio Asproni, concludendo poi gli studi con il diploma magistrale. Subito dopo era diventata maestra elementare nei paesi del circondario di Nuoro. Il suo grande amore per la scrittura la portò a collaborare con vari giornali e riviste come Il Mondo di Mario Pannunzio, fino a che non decise di mettere nero su bianco, in un libro, le sue esperienze di giovane insegnante.
Il suo lavoro d’esordio, Diario di una maestrina, fu un vero e proprio caso letterario tradotto in 15 lingue, oltre ad ottenere il Premio Viareggio-Opera prima e la Palma d’oro dell’Unione Donne italiane. Dopo questo grande successo, la scrittrice diede vita ad un’intensa attività letteraria, saggistica e giornalistica sia in italiano che in danese, oltre a molti lavori di traduzione.
Il pensiero alla sua terra
Nonostante avesse deciso di seguire il marito e vivere in Danimarca, non dimenticò mai la sua terra d’origine, a cui dedicò gran parte della sua produzione artistica. Pubblicò nella sua vita oltre dieci libri, fra cui romanzi, raccolte di racconti e cinque antologie di poesie. Fra i tanti titoli: Piccole cronache (Laterza, 1961); Il mare (Vallecchi, 1967); Le radici (Edizioni della Torre, 1977; Il Maestrale, 2005); Maschere e angeli nudi: ritratto d’infanzia (Il Maestrale, 1999); Scenari d’esilio. Quindici parabole (Il Maestrale, 2003); Pòju Luàdu (Il Maestrale, 2005); Chiamalo pure amore (Il Maestrale, 2008); Euridice (Il Maestrale, 2011).
Molti i riconoscimenti
Negli anni 2000 il regista Giovanni Columbu realizzò il film tratto dal suo romanzo omonimo: Arcipelaghi, per la quale la scrittrice vinse nel 1995 il premio speciale della giuria Dessì. Molti sono stati i riconoscimenti per la sua produzione letteraria, sia in Italia che in Danimarca, per la grande diffusione e conoscenza della cultura italiana e della Sardegna, sua terra natale.
Dal 2008 era presidente del Comitato degli scrittori danesi per la difesa della libertà di espressione, ed è stata membro fondatore del Comitato per la coesistenza israelo-palestinese. “Con la sua passione per l’insegnamento e la scrittura, ha saputo trasmettere le sfide e le gioie dell’essere una giovane maestra in un contesto particolare, quello del centro Sardegna di fine anni ’50“, ha commentato il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu.