Addio a Bruno Segre. L’avvocato-partigiano è morto sabato mattina all’età di 105 anni nella sua casa di Torino, la notizia è stata confermata dal nipote, l’avvocato Ruben Segre: “Bruno Segre, lucido fino alla fine, si è spento serenamente nel sonno con accanto la sua famiglia nel Giorno della Memoria, lui che è stato la memoria di un lungo impegno a favore dei diritti civili a Torino e in Italia”. Intellettuale di sinistra e attivista militante nel segno dell’antifascismo e della laicità, Segre venne arrestato durante l’occupazione e, una volta lasciato libero, si arruolò con il nome di battaglia “Elio” nelle formazioni partigiane di Giustizia e Libertà nella Val Grana e partecipa alla liberazione di Caraglio, nel Cuneese, fornendo un contributo fondamentale alla causa antifascista.
Dopo la Liberazione, Bruno Segre lavorò come cronista per “L’opinione” e per altre testate giornalistiche, per poi esercitare la professione di avvocato. In prima linea per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza fino al riconoscimento della legge, difese numerosi giovani obiettori imputati nei tribunali militari di tutta Italia. Nel 1949 fondò il giornale “L’incontro”, dedicato alla difesa dei diritti civili, contro il razzismo e l’antisemitismo, al disarmo e alla pace nel mondo. Militante dell’Unione socialista indipendente e del Partito socialista italiano, Bruno Segre dal 1975 al 1980 è stato consigliere comunale di Torino per il Psi e dal 1980 al 1990 è stato sindaco effettivo dell’Istituto Bancario San Paolo di Torino e consigliere di varie società partecipate dall’Istituto. Tra le tante battaglie condotte, ricordiamo quella sul divorzio: emblematica l’azione plateale con il lancio di volantini dai palchi del Teatro Carignano di Torino durante un comizio antidivorzista presieduto dal democristiano Giuseppe Grosso.
Tanti i messaggi di cordoglio per la scomparsa di Bruno Segre. Tra i primi, quello del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio: “Ci ha lasciati Bruno Segre: oggi, nella Giornata della Memoria e nel giorno di apertura dell’anno giudiziario a Torino, dove durante gli anni delle leggi razziali a Segre fu vietato di esercitare la professione di avvocato. La sua scomparsa è ulteriore monito per tutti noi a difendere, ogni giorno, i valori della democrazia, dell’antifascismo e della libertà”. “Con la morte di Bruno Segre perdiamo un punto di riferimento nella lotta per i diritti, da sempre in prima linea in difesa della democrazia, della libertà e dei valori della Resistenza” le parole del sindaco di Torino Stefano Lo Russo: “La sua scomparsa, nel giorno in cui celebriamo il valore della Memoria, è un simbolico passaggio di testimone. Sta a noi, ora più che mai, seguire il suo esempio e tramandare il suo insegnamento. A Bruno va il nostro profondo ringraziamento, per il suo esempio e il suo impegno, mentre ai suoi cari vanno sincere condoglianze”.