A novembre era stato scarcerato dopo 32 anni trascorsi in carcere per la strage di Cuili is Coccus a Sinnai, in Sardegna, in cui furono uccisi tre pastori nel 1991. Ieri Beniamino Zuncheddu, 59 anni, oltre la metà dei quali passati in cella per un delitto che non ha commesso, un ex allevatore di Burcei che si è sempre proclamato innocente, cercava l’assoluzione dalla Corte di appello di Roma, davanti alla quale si è celebrato il processo di revisione.
È stato lo stesso pg Francesco Piantoni, dunque il rappresentante dell’accusa, a chiedere l’assoluzione dell’imputato «per non aver commesso il fatto» evidenziando che gli alibi e le dichiarazioni dei testimoni che hanno portato all’individuazione di Zuncheddu come l’autore della strage furono inattendibili. Il magistrato ha ricordato, intercettazioni alla mano, che «si è andati avanti per oltre 30 anni con le menzogne». E in serata lo ha decretato la sentenza della Corte d’Assise di Roma che lo ha assolto: Zuncheddu è stato 32 anni in carcere ingiustamente. «È la fine di un incubo» le sue parole. Aveva già lasciato il carcere lo scorso 25 novembre dopo che era stata accolta la richiesta di sospensione della pena presentata dalla difesa. Il 12 dicembre l’udienza decisiva, nel corso della quale si è tenuto un faccia a faccia tra Luigi Pinna, il marito della figlia di una delle vittime e testimone fondamentale che all’epoca accusò l’imputato, e il poliziotto Mario Uda, che condusse le indagini. «Fu lui a mostrarmi le foto di Zuncheddu: prima di effettuare il riconoscimento dei sospettati mi fece vedere la sua foto e mi disse che il colpevole della strage era lui». In un primo momento, invece, aveva detto di non aver riconosciuto l’aggressore, che aveva il volto coperto da una calza da donna. Versione respinta al mittente dal poliziotto: «Non ho fatto vedere nessuna foto».
Il triplice omicidio avvenne l’8 gennaio 1991 in un ovile fra le montagne di Sinnai. Per gli inquirenti all’origine della strage ci sarebbero stati i dissidi tra gli allevatori, scoppiati in seguito all’uccisione di alcuni capi di bestiame e cani. Zuncheddu aveva 27 anni quando è stato arrestato. Ha rivisto la luce solo a 59 anni, grazie al difensore, che nel 2020 ha chiesto e ottenuto il processo di revisione.