“Set a luci rosse in chiesa”: scatta la stangata contro il fotografo

"Set a luci rosse in chiesa": scatta la stangata contro il fotografo

Era stato accusato di aver allestito un set fotografico in chiesa, per realizzare tra le varie fotografie uno scatto che prevedeva un bacio saffico fra due giovani donne vestite da suora. E a quasi un decennio di distanza dai fatti, dopo esser finito a processo, è stato condannato proprio nelle scorse ore per violazione di domicilio ed offesa ad una confessione religiosa. Protagonista della vicenda dai tratti surreali che arriva da Rimini è un fotografo di 54 anni originario di Faenza, per una storia che secondo quanto riportato dal quotidiano Il Resto del Carlino è iniziata in un pomeriggio estivo di quasi nove anni fa. Quel giorno di luglio del 2015, passando davanti alla chiesa della Pace di Trarivi, gli abitanti della frazione di Montescudo rimasero senza parole dinanzi alla scena che si parò ai loro occhi.

In piedi davanti all’altare, due donne in abito da suora e con il rosario in mano si scambiavano un bacio carico di passione, mentre un uomo vestito da prete alle loro spalle benediva l’unione. Secondo quanto ricostruito in un secondo momento, si sarebbe trattato di uno scatto artistico (non senza un pizzico di provocazione, probabilmente) che il fotografo avrebbe previsto in vista di una futura mostra fotografica dedicata al rapporto fra sacro e profano. Un’iniziativa che non sarebbe tuttavia piaciuta ad alcuni passanti, i quali avrebbero poi provveduto ad allertare i carabinieri e a richiedere un intervento in loco. Le quattro persone coinvolte nel set furono identificate e la macchina fotografica sequestrata. A denunciare l’accaduto furono però l’amministrazione comunale e il parroco di Montescudo Monte Colombo, che si sono costituiti parte civile nel procedimento giudiziario.

Il fotografo avrebbe in un secondo momento cancellato gli scatti finiti sotto accusa, sottolineando tuttavia di avere ottenuto i permessi necessari per allestire il set all’interno dell’edificio religioso. La questione è quindi finita in tribunale e il giudice monocratico del tribunale di Rimini si è pronunciato con una sentenza di condanna nei confronti del professionista faentino, riconosciuto colpevole di entrambi i capi di imputazione. Alla fine è quindi stato condannato a quattro mesi di reclusione (con pena sospesa) e al pagamento di un’ammenda simbolica ammontante a 500 euro a favore della parrocchia e del Comune di Rimini. Sono invece stati assolti i tre protagonisti della foto. L’uomo avrebbe annunciato tramite il proprio legale la volontà di ricorrere in Appello, ma il tempo potrebbe non essere sufficiente: su un eventuale secondo grado di giudizio incomberebbero infatti i termini della prescrizione.

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