Agnelli rompe il silenzio: “Ho la coscienza a posto, il tempo sarà galantuomo”

Agnelli rompe il silenzio: "Ho la coscienza a posto, il tempo sarà galantuomo"

La lotta di potere nel calcio europeo non accenna a diminuire d’intensità. A dare un nuovo colpo ai fragili equilibri del gioco più amato al mondo ci ha pensato Andrea Agnelli, che in una lunga intervista concessa al Financial Times torna sul tema della Superlega, i rapporti con l’ex sodale Aleksander Ceferin e la sua uscita ingloriosa dalla dirigenza del club più titolato d’Italia. Invece di cercare toni conciliatori, l’ex presidente della Juventus e della European Club Association, l’organizzazione delle squadre top del Vecchio Continente, sembra pronto a rilanciare la sua sfida per il futuro del calcio. Dalla sua nuova casa ad Amsterdam, l’ex numero uno della Vecchia Signora non sotterra affatto l’ascia di guerra, lanciando un segnale ai club che hanno mollato il progetto Superlega dopo l’alzata di scudi dei tifosi. “È un mistero come si siano tirati indietro dopo aver firmato un contratto da 200 pagine. Non ho messo la pistola alla tempia di nessuno. Hanno firmato tutti liberamente”.

“Il tempo sarà galantuomo”

Agnelli non affronta per ovvi motivi le vicende legali che lo vedono ancora impegnato in Italia ma dopo il secondo matrimonio ed il trasloco con tre dei suoi figli nella metropoli olandese sembra pronto a “ripartire da zero”. La sentenza della Corte Europea di Giustizia contro il monopolio di Uefa e Fifa sull’organizzazione di tornei internazionali sembra aver aperto le porte a quella che definisce “una nuova pagina nella mia storia professionale”, anche se per il momento gli è impedito di ricoprire alcuna carica sportiva. La cosa che l’ha deluso di più? Il silenzio degli amici. Sono rimasto deluso ma ci sta. Devo fare in modo di trasformare questa vicenda in un occasione per crescere ed imparare”.

Non ci vuole molto prima che il collega del FT affronti l’elefante nella stanza: la lite furibonda con il numero uno dell’Uefa Ceferin. Agnelli rivela alcuni dei retroscena delle ore convulse che precedettero il lancio della Superlega. Dopo che il progetto di un nuovo torneo con il presidente del Psg Nasser Al-Khelaifi era fallito, nel novembre 2020 Agnelli fu avvicinato da Florentino Perez per unirsi al progetto della Superlega. Il 19 aprile 2021, un giorno prima dell’incontro tra Uefa ed Eca a Montreux per discutere il nuovo formato della Champions League, gli avvocati della Superlega avvertirono i club interessati che, se avessero accettato le proposte dell’Uefa, il lancio del nuovo torneo sarebbe slittato di parecchi mesi.

Agnelli Nedved 2022

Agnelli non aveva particolari preferenze e quella domenica aveva la giacca della Uefa in macchina mentre si preparava per andare a Montreux. Il telefono iniziò a squillare all’impazzata, con tutti che gli chiedevano se le voci della Superlega erano vere o no. Visto che aveva firmato un Non Disclosure Agreement, Agnelli spense il telefono, aspettando che i club firmassero il contratto della Superlega. Alla fine 12 squadre si unirono e il nuovo torneo fu lanciato, per poi crollare in sole 48 ore, dando il via alla faida con Ceferin, con il quale Agnelli “parlava tre volte al giorno” ed era stato il padrino di suo figlio. Ma gli affari sono tutta un’altra cosa: “quando ho un obiettivo voglio raggiungerlo a tutti i costi. Niente compromessi”. La sua speranza è che, prima o poi, il rapporto con l’ex amico si possa ricucire: Il tempo è un galantuomo. Prima o poi riusciremo a riconciliarci. Altrimenti la mia coscienza è super pulita”.

“CR7? Senza la pandemia un successo”

Impossibile parlare così a lungo senza affrontare l’affare che ha rischiato di far saltare il banco, l’approdo alla Continassa di Cristiano Ronaldo, il giocatore più famoso al mondo. I 200 milioni spesi che, secondo la ditta di revisione dei conti Deloitte, hanno fatto passare la percentuale di introiti destinati agli stipendi dal 66% nel 2018 all’84% nel 2022 non è stato un errore: “Fu una buona mossa. Senza la pandemia, Ronaldo sarebbe stato un successo”. Già, ma proprio la pandemia ed il super-stipendio di Ronaldo costrinsero ai magheggi contabili che lo hanno messo nei guai. Agnelli si dice “convinto che tutto quel che abbiamo fatto è stato eseguito secondo le regole finanziarie. Sono tranquillo”. Stesso discorso sulle plusvalenze: ai dirigenti bianconeri avrebbe detto “se avete proprietà che potete trasferire, fatelo. Se rispettiamo la legge non è un problema”. La Figc e la giustizia ordinaria sembrano vedere la questione plusvalenze maniera ben diversa ma, secondo Agnelli il problema è ben più grave. “Da quando il calcio è diventato un business, la governance è rimasta la stessa. Quasi tutti i club perdono soldi, giusto? O siamo tutti degli incompetenti o qualcosa non quadra”.

Agnelli Infantino Borussia Newcastle 2023 Fotogramma

Agnelli glissa su un possibile ritorno alla Juventus o nella cassaforte di famiglia Exor, guidata dal cugino John Elkann: al momento è occupatissimo a dirigere una fondazione sulla ricerca sul cancro, una holding finanziaria e un’iniziativa che lega calcio e tecnologia della quale preferisce non parlare. Alla fine, però, si capisce come Agnelli sia sempre coinvolto in A22, la compagnia basata a Madrid dietro alla nuova Superlega a 64, quella che promette di trasmettere tutte le partite gratis tramite una piattaforma di streaming all’avanguardia. Secondo Agnelli, tra 50 e 60 club starebbero negoziando con A22 dietro le quinte ma nessuno, a parte Real Madrid e Barcellona, ha reso pubblica la sua partecipazione. Questo potrebbe cambiare presto: “Dateci tempo per lavorare. Cose del genere non succedono per magia. Siamo in un momento complicato, prima di arrivare ai consumatori dobbiamo avere con noi i club. Senza di loro niente è possibile”. Il fatto di essere considerato il nemico del “calcio del popolo” non lo preoccupa più di tanto. Anzi, Agnelli sembra divertito da questa sua popolarità. Una cosa è certa: l’ex presidente della Juventus non ha intenzione di mollare il colpo e scivolare nell’anonimato. Ne sentiremo sicuramente parlare ancora.

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