La storia di Giulia Cecchettin ha coinvolto all’unisono tutta l’Italia, sconvolgendo le vite di tantissime persone che – oggi più che mai – stanno scendendo in piazza per esprimere la rabbia e il dolore che vicende come quella di Giulia provocano inevitabilmente. In molti hanno deciso di manifestare la propria vicinanza alla famiglia della giovane 22enne, scomparsa l’11 novembre in compagnia dell’ex fidanzato Filippo Turetta e ritrovata senza vita in un canalone vicino a un lago di Barcis (Pordenone) il 18 novembre.
L’ipotesi di un sito web in memoria di Giulia
Così, mentre il 22enne accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin è stato estradato ieri in Italia dalla Germania – dove era terminata la sua fuga una settimana fa – e ha trascorso la prima notte nel carcere di Verona, il papà della vittima pensa a dare un segnale molto forte. Un sito web dove mostrare le tantissime immagini dei biglietti che tutta Italia ha inviato per abbracciare Giulia e la sua famiglia; è proprio questa l’idea che sta balenando nella testa di papà Gino; un padre che sta soffrendo molto per la morte della figlia uccisa brutalmente a coltellate dall’ex fidanzato. Un sito che possa essere la testimonianza della storia di Giulia Cecchettin.
Questa è soltanto una delle iniziative a cui si sta pensando, dal momento che c’è anche chi suggerisce di realizzare un libro sulla vita di Giulia. Insomma, una storia che sta creando grande risonanza in tutto il Paese. È per questo che fuori dalla villetta a due piani di Vigonovo (in provincia di Venezia) della giovane 22enne, papà Gino sta raccogliendo tantissimi messaggi scritti a mano per la vittima e stringe le mani a tutti coloro che gli si avvicinano per esprimere il proprio cordoglio. Fiori, peluche, biglietti, poesie, preghiere e messaggi per la giovane uccisa.
La forza di papà Gino e il messaggio della sorella Elena
“Io voglio che tutti i giorni ognuno di noi – aveva detto papà Gino parlando agli studenti dell’Università di Padova – guardi cosa può fare nella propria vita per migliorarla, non nei propri confronti, ma in quelli della persona amata, delle persone vicine, degli amici e soprattutto delle donne. Questo mi sento di dire dal cuore, io mi muoverò perché qualcosa di positivo nasca”.
Nel frattempo, nel paese di Giulia, i cittadini hanno organizzato una “passeggiata arrabbiata”, un corteo molto rumoroso, con pentole e coperchi – che non è passato dinanzi a casa dei Cecchettin in forma di rispetto – con il fine di smuovere le coscienze delle istituzioni e dell’opinione pubblica sul fenomeno della violenza sulle donne e dei femminicidi. Un corteo che ha accolto il messaggio di Elena, la sorella di Giulia, che ha chiesto “di fare rumore, non silenzio”.