Accoltellato al torace e morto mentre un’auto lo stava portando in ospedale. Thomas, il 16enne francese ucciso a seguito del raid “anti-bianchi” avvenuto nei giorni scorsi a Crépol, è stato oltraggiato due volte. Prima dagli autori di quella terribile spedizione punitiva, poi dagli estremisti di sinistra che faticano a esprimere cordoglio. E anzi, arrivano in alcuni casi a giustificare quanto accaduto. In Francia il terribile episodio ha alimentato un forte dibattito che sta ha assunto una forte connotazione politica: la destra transalpina ha infatti evidenziato come l’azione omicidiaria sia stata perpetrata nelle banlieue, luogo simbolo delle problematiche causate da un’immigrazione senza regole e da una mancata integrazione.
Tutti o quasi gli assalitori provenivano da quel contesto: a rivelare i loro nomi è stato l’esponente del partito sovranista Reconquête, Damien Rie. In particolare, l’attenzione dell’opinione pubblica si è concentrata nelle ultime ore sul ventunenne principale indiziato per l’omicidio di Thomas: Chaïd Akabli, pregiudicato di origini magrebine (come i suoi compagni d’assalto) arrestato in un piccolo hotel di Tolosa mentre progettava una fuga in Spagna. Nel Paese transalpino, tuttavia, l’indignazione per quel raid si sta scontrando con una non troppo tacita reazione contraria e raccapricciante, manifestatasi sui social.
Il sito Fdsouche.com ha infatti pubblicato i messaggi di alcuni utenti che in rete si rallegrano per la morte di Thomas, dal momento che il 16enne su TikTok condivideva pubblicazioni patriottiche o riconducibili alle idee della destra francese. Il ragazzo rilanciava anche interventi televisivi di Jordan Bardella, presidente del Rassemblement national. Tanto è bastato ad annullare qualsiasi sentimento di pietas nei suoi confronti da parte di certi frequentatori dei social con simpatie progressiste.
Leoni da tastiera o semplici troll, obietterà qualcuno. Peccato però che simili e riprovevoli atteggiamenti si siano ripetuti anche fuori dalla dimensione virtuale e in particolare a Sciences Po Paris, università ultra-chic nonché prestigioso vivaio di rampolli di area socialista. Il movimento studentesco Uni, vicino alla destra, aveva affisso nell’istituto accademico alcuni manifesti in ricordo di Thomas, innocente “vittima della selvatichezza e del lassismo“. Come documentato sui social da alcuni video, tuttavia, alcuni militanti della sinistra universitaria hanno strappato quei manifesti dai muri, sfregiando così la memoria del 16enne accoltellato e ucciso a Crépol. “La sinistra ha strappato e buttato via i manifesti in meno di un’ora. Per loro, solo la feccia merita omaggio“, ha denunciato il movimento Uni.
Mobilisation des militants @unisciencespo en réaction à la disparition de #Thomas, victime de l’ensauvagement et du laxisme.
Les gauchistes ont arraché et jeté les affiches en moins d’une heure. Pour eux, seules les racailles méritent un hommage. pic.twitter.com/8dKSbL6LcZ— UNI Paris – Île-de-France (@uniparisidf) November 24, 2023
E nel Paese d’oltralpe le polemiche stanno travolgendo anche i rappresentanti politici di sinistra, a cominciare da Jean-Luc Mélenchon. Questi ultimi, infatti, invece di porre l’attenzione su quanto accaduto e sul raid “anti-bianchi” stanno puntando il dito contro la destra per alcune manifestazioni avvenute nelle ultime ore in reazione ai drammatici fatti di Crépol.
À Romans-sur-Isère, un seuil est franchi. Une milice recrutée dans toute la France est venu agresser les habitants d’un quartier populaire. Magnifique auto protection de la population. Son sang-froid doit faire école car les agressions racistes par l’extrême droite se…
— Jean-Luc Mélenchon (@JLMelenchon) November 26, 2023