Sergio Mattarella, nel suo intervento dal Quirinale per il Giorno della memoria, ha ricordato i “Giusti”, sottolineando come siano state “persone tra le più disparate: donne e uomini, laici e religiosi, partigiani e appartenenti alle forze dell’ordine, funzionari dello Stato, intellettuali, contadini. Accomunati dal coraggio, dalla rivolta contro la crudeltà, dal senso di umanità“. I “Giusti”, ha aggiunto Mattarella, “ci hanno insegnato, anche di fronte alle tragedie immani, il valore salvifico dei gesti di coraggiosa solidarietà“. Valori che oggi sembrano essere andati persi, a scapito di quel senso di unione e di lealtà che il mondo ha sempre riconosciuto al nostro Paese.
Citando il Talmud, quindi, il presidente della Repubblica ha sottolineato che “salva una vita salva il mondo intero” e l’esempio dei “Giusti” dev’essere oggi un faro nelle nostre vite, “consente di ritessere quella trama di fiducia nel genere umano che con la costruzione dei campi di sterminio sembrava per sempre distrutta“. Ed è proprio in nome di quell’esempio e di quelle gesta che oggi il capo dello Stato scandisce con decisione: “La nostra Costituzione dispone con chiarezza: tutti cittadini sono portatori degli stessi diritti. La presenza ebraica è stata fondamentale per lo sviluppo dell’Italia moderna e nella formazione della Repubblica“. Da sempre, ha aggiunto Mattarella, “Le comunità ebraiche italiane sanno che l’Italia è la loro casa e che la Repubblica, di cui sono parte integrante, non tollererà, in alcun modo, minacce, intimidazioni e prepotenze nei loro confronti“.
È una presa di posizione netta e senza appello quella del presidente della Repubblica davanti ad alcuni preoccupanti rigurgiti di antisemitismo, che provengono – e questo inquieta – anche e soprattutto dalle giovanissime generazioni. La distanza temporale da quel che è stato la Shoah e la facilità con la quale la storia viene riscritta dalle false ricostruzioni. Oggi, prosegue Mattarella, “la ruota della storia sembra talvolta smarrire la sua strada, portando l’umanità indietro, a tempi e a stagioni che mai avremmo pensato di rivivere” e occorrerebbe quindi effettuare una profonda, e seria, riflessione sulle ragioni per le quali l’odio è tornato ad avere fascino. “Va richiamata, a questo riguardo, la decisiva importanza della cultura, dell’istruzione. Di quanto sono preziose le collaborazioni di studio e ricerca tra le Università, sempre positive“.
Nel corso del suo intervento, il presidente Mattarella ha descritto la Shoah come “Il più abominevole dei crimini, per gravità e per dimensione“, che è stato replicato dagli attacchi dello scorso 7 ottobre. Un ritorno all’antisemitismo, “che ha assunto, recentemente, la forma della indicibile, feroce strage antisemita di innocenti nell’aggressione di terrorismo che, in quella pagina di vergogna per l’umanità, avvenuta il 7 ottobre, non ha risparmiato nemmeno ragazzi, bambini e persino neonati“. Quindi, riferendosi a Israele, ha aggiunto: “Coloro che hanno sofferto il turpe tentativo di cancellare il proprio popolo dalla terra sanno che non si può negare a un altro popolo il diritto a uno Stato“