“Le urla e poi la contestazione”, fermati i Vespri celebrati dal Papa da due animaliste della Peta

"Le urla e poi la contestazione", fermati i Vespri celebrati dal Papa da due animaliste della Peta

Una contestazione animalista è avvenuta oggi nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, dove Papa Francesco stava presiedendo la celebrazione dei Secondi Vespri a conclusione della 57esima Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani. Mentre leggeva un brano del Vangelo, due donne sono entrate con un cartello con su scritto “Stop blessing corridas” (“Basta benedire le corride”), agitando uno striscione e urlando slogan.

Le t-shirt Peta

Le due attiviste indossavano t-shirt con il logo della Peta (People for the ethical treatment of animals), l’organizzazione no profit a sostegno dei diritti degli animali, e hanno percorso una parte della navata principale tra lo stupore dei presenti, prima di essere bloccate e portate fuori dalla sicurezza. Le celebrazioni sono poi riprese senza particolari problemi. Le due donne sono poi state identificate, si tratta di una cittadina tedesca e una rumena – confermano all’AGI fonti della Polizia – consegnate dalla gendarmeria vaticana alla polizia italiana.

Il rapporto tra il Papa e gli animalisti

La protesta di oggi alla presenza del Santo Padre, fa eco a quelle di qualche mese fa in cui molte associazioni animaliste avevano espresso il loro dissenso per le parole di Bergoglio pronunciate nel discorso alla terza edizione degli Stati Generali della Natalità. Il Papa in quell’occasione aveva raccontato un episodio che riguardava la richiesta di una signora che voleva la benedizione per il suo cagnolino.

“Sono arrivato davanti a una signora, cinquantenne più o meno – aveva detto il Papa – saluto la signora e lei apre una borsa e dice: ‘Me lo benedice, il mio bambino’: un cagnolino! Lì non ho avuto pazienza e ho sgridato la signora: ‘Signora, tanti bambini hanno fame, e lei con il cagnolino!‘”.

Parole queste che avevano fatto infuriare gli animalisti, che già in precedenza non avevano apprezzato le parole del pontefice nel corso del Forum delle Associazioni familiari in cui raccontò che passeggiando per Piazza San Pietro dentro un passeggino aveva visto un cagnolino invece di un neonato. E ancora nel gennaio del 2022 aveva detto durante un’udienza che “cani e gatti occupano il posto dei figli” perchè “tante coppie non vogliono fare figli ma hanno due cani, due gatti“. Più di recente, in un’udienza alle suore canossiane, il Papa aveva definito questa tendenza delle coppie a preferire gli animali domestici ai figli un “affetto programmato“.

Il tema della natalità

Molto caro a Papa Francesco anche in anni non troppo recenti, sia nel 2018 quando raccontò di aver incontrato “due sposi da dieci anni, senza figli poi ho saputo che non li volevano, ma avevano tre cani e due gatti“, sia nel 2014, quanto nell’omelia della Messa celebrata a Santa Marta, aveva criticato i matrimoni senza figli dicendo sarcasticamente: “Ma forse è meglio, è più comodo avere un cagnolino, due gatti e l’amore va ai due gatti e al cagnolino“.

Animali invece che figli

Insomma in varie occasioni, soprattutto parlando del problema della natalità il Papa si era espresso in modo che non apprezzato sia dalle associazioni per la tutela degli animali ma anche dagli animalisti stessi e dal web che pur amando la figura del Papa avevano preso le distanze dalle sue parole, considerate contro gli animali.

I fraintendimenti

Chi critica il Papa per queste frasi non ha ben capito cosa Francesco voleva dire” aveva spiegato padre Enzo Fortunato ex direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, in una intervista a Famiglia Cristiana:Le parole del Papa sono state strumentalizzate”, aveva spiegato il francescano rimarcando proprio il pensiero di san Francesco d’Assisi: “Per san Francesco è centrale l’uomo e solo dopo ci sono gli animali e l’ambiente, il creato. Troppi amano, come ha detto il Papa, cani e gatti, ma ignorano i vicini. Il Pontefice ha evidenziato la centralità dell’uomo, dei figli, dei vicini, guardando al futuro dell’umanità. Non un invito, dunque a dimenticare gli animali o a metterli da parte, ma ma c’è una priorità di valori“.

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