La mossa di Meloni: mille euro al mese per gli over 80

La mossa di Meloni. Assegno di assistenza per gli anziani: mille euro al mese

Il governo Meloni ha stabilito ufficialmente le modalità in cui svolgeranno le elezioni europee del prossimo giugno: con i giorni, gli orari e gli accorpamenti con altre consultazioni a livello regionale e amministrativo. Il Consiglio dei ministri che si è tenuto oggi pomeriggio ha analizzato anche altre tematiche, soprattutto di carattere economico: c’è stato infatti l’accordo sull’assistenza agli anziani, sul Concordato preventivo biennale, sulla beneficenza e sulla cybersicurezza.

L’assistenza agli anziani

Oltre un miliardo di euro per avviare la riforma sull’assistenza a 14 milioni di anziani – con i non autosufficienti che sfiorano i 4 milioni – e una nuova “prestazione universale” introdotta in via sperimentale e graduata, per i casi gravissimi dal 1 gennaio 2025 al 31 dicembre 2026, subordinata al bisogno assistenziale per il sostegno della domiciliarità e dell’autonomia personale degli anziani non autosufficienti. L’Inps provvede all’individuazione dello stato di bisogno assistenziale, di livello gravissimo, sulla base delle informazioni sanitarie a disposizione nei propri archivi e delle indicazioni fornite dalla commissione. La prestazione universale è erogabile sotto forma di trasferimento monetario e di servizi alla persona.

L’assegno di assistenza, pari ad mille euro al mese, è finalizzato a remunerare il costo del lavoro di cura e assistenza, svolto da lavoratori domestici con mansioni di assistenza alla persona titolari di rapporto di lavoro conforme ai contratti collettivi nazionali di settore. La prestazione universale verrà erogata dall’Inps ed è riconosciuta, previa espressa richiesta, alla persona anziana non autosufficiente, in possesso dei seguenti requisiti: un’età anagrafica di almeno 80 anni, un livello di bisogno assistenziale gravissimo, un Isee per le prestazioni agevolate di natura sociosanitaria non superiore a 6.000 euro. Questo è solo il primo passo a favore della terza età che arriva da Palazzo Chigi.

Il Concordato preventivo biennale

Dallo stesso Consiglio dei ministri viene licenziato anche il decreto legislativo sul Concordato preventivo biennale, di attuazione della delega fiscale. Dopo il parere – con osservazioni – da parte del Parlamento, si è raggiunta la quadra tra governo e maggioranza per modificare l’originario dlgs. Viene così consentito l’accesso a tutte le imprese e ai professionisti, senza limitazioni legate al punteggio Isa ottenuto, si dà la possibilità di accettare il concordato, a regime, entro la data del 15 ottobre di ogni anno.

È previsto che la proposta di concordato preventivo, elaborata dall’Agenzia delle Entrate, dovrà sempre fare riferimento alle risultanze della dichiarazione dei redditi dell’anno precedente, ma senza un tetto prefissato del 10%; permettendo che l’amministrazione finanziaria possa elaborare una proposta difforme, rispetto alle risultanze della dichiarazione dell’anno precedente. In questo caso, però, la difformità dovrà essere motivata e dovrà essere concessa al contribuente la possibilità di avviare un contraddittorio, prima della formulazione definitiva della proposta.

Ecco il decreto Ferragni

Dopo due ore di riunione si è arrivati anche ad approvare il cosiddetto decreto beneficenza, reso necessario dopo il caso mediatico che ha coinvolto Chiara Ferragni. Cinque articoli in cui si fissano le informazioni che i produttori sono tenuti a dare sulla beneficenza, le modalità e i tempi di comunicazione all’Autorità garante per il mercato e la concorrenza, e le sanzioni – da 5.000 a 50mila euro fino alla sospensione dell’attività – in caso non siano rispettate le nuove regole. Secondo lo schema del disegno di legge “recante disposizioni in materia di destinazione a scopo di beneficenza di proventi derivanti dalla vendita di prodotti“, i produttori o i professionisti devono riportare “sulle confezioni dei prodotti” il “soggetto destinatario dei proventi della beneficenza; le finalità a cui sono destinati i proventi della beneficenza; l’importo complessivo destinato alla beneficenza, se predeterminato; ovvero, nel caso in cui non lo sia, la quota percentuale del prezzo di vendita o l’importo destinati alla beneficenza per ogni unità di prodotto“.

Giro di vite sulla cybersicurezza

Le pene per i pubblici ufficiali o gli addetti a pubblico servizio che accedono abusivamente ad un sistema informatico, attualmente da 1 a 5 anni di reclusione, passano a 2-10 anni. Stretta anche per chi detiene o fornisce programmi per danneggiare sistemi informatici: fino a 2 anni di reclusione e multa da 10.329 euro. Le Pubbliche amministrazioni centrali, le Regioni, i Comuni, Asl e aziende del trasporto pubblico locale devono notificare entro 24 ore al massimo da quando ne sono venuti a conoscenza gli incidenti informatici subiti dai loro sistemi. Nel caso di ritardi, l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale potrà inviare ispezioni e, se l’inosservanza si ripete, applicare una multa da 25mila a 125mila euro. Sanzioni anche per le Pa che non si adeguano alle indicazioni dell’Agenzia su vulnerabilità a cui sono esposte.

Cambiano i limiti dei mandati dei sindaci

Le operazioni di voto per il rinnovo dell’Europarlamento si svolgeranno nell’arco di due giorni: dalle ore 14 alle ore 22 di sabato 8 giugno e dalle ore 7 alle ore 23 di domenica 9 giugno. In deroga a quanto previsto dall’articolo 1, comma 399, della legge 27 dicembre 2013, n. 147 – e salvo quanto previsto dal comma 2 -, le elezioni non si terranno quindi a cavallo tra il finesettimana e il lunedì, bensì verranno concentrate esclusivamente nel weekend. In occasione di questo medesimo arco temporale l’esecutivo anche messo in atto il cosiddetto “Election day“: oltre alle europee, infatti, l’8 e il 9 giugno si terranno le elezioni regionali in Piemonte, in Basilicata e in Umbria.

Nelle altre tre zone territoriali che dovranno rinnovare i rispettivi governatori e consiglieri regionali in questo 2024, i cittadini verranno chiamati alle urne prima della tarda primavera (Sardegna e Abruzzo). Tra quattro mesi e mezzo, spazio anche alle Comunali: tra i capoluoghi di provincia più importanti che dovranno scegliere i propri sindaci ci saranno Firenze, Bari, Cagliari, Campobasso, Bergamo, Cremona, Modena, Reggio Emilia, Rovigo, Pesaro, Livorno e Prato. Un’altra decisione importante in chiave elettorale è la possibilità di un terzo mandato consecutivo per i sindaci dei Comuni con più di 5mila abitanti e fino a 15mila, dove attualmente vige il limite di due mandati di fila. Il decreto va dunque a modificare l’articolo 51 del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali e abolisce anche il limite (ora di tre mandati consecutivi) per i sindaci dei Comuni fino a 5mila abitanti. I mandati svolti o in corso all’entrata in vigore del decreto sono computati ai fini dell’applicazione delle disposizioni.

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