Sembra una vera e propria faida. Scoppiata dentro le viscere del sistema arbitrale italiano dalle nobili tradizioni (non dimentichiamo che i designatori di Uefa e Fifa sono appunto italiani, Rosetti e Collina), con destinazione le prossime elezioni (fine anno 2024) per nominare il nuovo vertice della categoria. A innescare la miccia è stata la puntata della trasmissione televisiva le iene con l’intervista mascherata a un fischietto che ha lanciato pesanti sospetti sulla gestione tecnica della squadra con riflessi sul campionato.
Inevitabile, nonostante la trasferta a Cagliari per i funerali di Gigi Riva, il commento di Carlo Pacifici, presidente dell’Aia che ha definito «inaccettabili» le accuse lanciate «in forma anonima, con volto nascosto e voce alterata», relegandole a «illazioni senza alcun fondamento concreto nei confronti della gestione tecnica della Can» e sfidando a «esibire le prove» con il contemporaneo rinnovo della fiducia nei confronti di Gianluca Rocchi, l’attuale designatore. La conferma che anche l’Aia è convinta di essere di fronte a una faida elettorale è documentata dall’ultimo passaggio della nota di Pacifici: «Se i motivi fossero di politica interna, sarebbe molto grave».
Nell’occasione, l’Aia ha provato a smentire un altro dettaglio inquietante emerso dopo la finale di Supercoppa d’Italia giocata in Arabia: secondo una ricostruzione giornalistica, Rocchi durante l’intervallo sarebbe entrato nello spogliatoio dell’arbitro per esprimere il suo giudizio negativo sulla conduzione della sfida da parte di Rapuano. Pacifici ha spiegato che «Rocchi è andato dall’arbitro per invitarlo invece a osservare il minuto di silenzio a inizio di ripresa in memoria di Gigi Riva». La presenza di Rocchi è quindi confermata: che si sia limitato a notificare solo quella modalità è alquanto discutibile.
Non è la prima volta che qualche arbitro abbia rivolto gravi accuse sul funzionamento interno delle carriere. L’ex fischietto Gavillucci ha addirittura scritto un libro sul tema. Il problema, in questo caso, è il danno d’immagine procurato indirettamente al campionato di serie A, già attraversato da polemiche e veleni. Venerdì, in occasione dell’assemblea della Lega di serie A, non mancheranno accenni alla questione. Che ci fosse in corso un depotenziamento del Var è questione squisitamente tecnica: qui si sta parlando di altro. Sul futuro elettorale dell’Aia si è capito però che Gianluca Rocchi, attuale designatore della Can, ha informalmente fatto sapere al presidente Gravina che non intende candidarsi alla presidenza. L’ex presidente Alfredo Trentalange, costretto alle dimissioni e poi uscito pulito dall’indagine disciplinare (caso D’Onofrio), e che continua a godere di un grande seguito, potrebbe invece ripresentarsi.