“Sei grassa e brutta”. Pesava 47 kg ma la mamma la obbligava a fare la dieta

Obbliga figlia alla dieta ferrea. Sedici mesi alla mamma

Condannata ad un anno e quattro mesi di reclusione dal tribunale di Como. È questa la sanzione inflitta a una madre che costringeva – con restrizioni e vessazioni – la figlia 16enne a non superare i 47 chili di peso. Queste la gravissime accuse riscontrate all’epoca dei fatti che risalgono al 2019 e per cui oggi è stata condannata. L’allora sedicenne veniva costretta a sottoporsi ad una dieta ferrea per non ingrassare e a subire umiliazioni.

Sei “grassa e brutta”

L’adolescente si sentiva ripetere in continuazione da chi, al contrario avrebbe dovuto prendersi cura di lei, che era “grassa e brutta” ed era costretta a pesarsi in continuazione per non superare la soglia dei 47 chili. A denunciare il fatto la zia della ragazza che in un momento di sfogo della nipote, ora ventenne, aveva raccolto la confessione. La prima indagine era sfociata in un ordine di allontanamento della madre da casa, accusata poi anche di maltrattamenti.

La ragazza era stata ascoltata durante l’incidente probatorio e la sua testimonianza aveva confermato tutte le accuse, dalle privazioni agli insulti. Sentita in aula anche la zia che aveva denunciato, che ha ribadito i fatti. Durante il processo l’avvocato della difesa aveva chiesto l’assoluzione dell’imputata o, in alternativa, la derubricazione del reato in abuso di mezzi di corruzione, in quanto convinto che “non ci sono stati maltrattamenti“.

La mamma – continua il legale – ha sempre agito solo per il bene della figlia e manca a nostro avviso l’elemento per contestare il maltrattamento“. Per questo ha annunciato che dopo aver letto le motivazioni della sentenza, farà ricorso in appello.

Il fenomeno preoccupante in Italia

Quello di cui abbiamo raccontato è un caso limite dove per fortuna è intervenuta la legge. Ma parlare di diete, restrizioni alimentari e vessamenti soprattutto ad adolescente è qualcosa di estremamente pericoloso che può portare a disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, ovvero tutti quelli che rendono disfunzionale il comportamento alimentare e portano, soprattutto le ragazze, ad preoccuparsi in maniera ossessiva del proprio peso, avendo una percezione deviata della propria immagine. Si stima che in Italia siano almeno tre milioni le persone che convivono con una malattia di questo tipo, dalla bulimia all’anoressia. Solo nel 2023 si sono registrati 1.680.456 nuovi casi. Il numero è cresciuto del 30% dopo la pandemia, quando in tutto il mondo c’è stato un incremento dei ricoveri pari al 48%.

Le donne sono nove volte più esposte degli uomini a queste patologie che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), sono la seconda causa di morte per le giovani tra i 12 e i 15 anni. A parità di sesso ed età, chi soffre di anoressia ha un rischio di mortalità fino a dieci volte più alto di una persona sana. In Italia, stando ai dati del Registro nominativo delle cause di morte (Rencam), nel 2023 circa 4mila persone sono decedute per problemi correlati a disturbi alimentari.

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