Una scommessa di oltre un miliardo di dollari contro le maggiori società tedesche. L’ha fatta il fondo speculativo londinese Qube Research & Technologies, che è così diventato il più grande venditore allo scoperto dichiarato di azioni in Germania. A riportarlo è Bloomberg, che spiega come l’hedge fund ha aumentato le sue scommesse contro la casa automobilistica Volkswagen arrivando a oltre 376 milioni tra azioni comuni e privilegiate. E punta forte anche sul ribasso di Deutsche Bank, con una puntata di oltre 131 milioni.
Le altre big finite nel mirino sono Siemens Energy (con una posizione ribassista di 146,2 milioni) e il costruttore di armi Rheinmetall (circa 158). Non è noto, tuttavia, se la posizione ribassista costituisca una copertura per una strategia più ampia, sta di fatto che le scommesse contro la Germania rappresentano la metà dei suo «short» dichiarati. Qube, peraltro, non è l’unico fondo ad avere posizioni ribassiste: anche Marshall Wace, altro fondo londinese, ha scommesse ribassiste per 940 milioni. Posizione che tuttavia si incardina in una strategia che ha anche puntate rialziste. Sta di fatto che il cofondatore del fondo, Paul Marshall, in una lettera agli investitori ha criticato aspramente la politica energetica del Paese, ritenuta vittima di scelte «populiste» che hanno portato alla «disattivazione delle risorse nucleari e termiche», lasciando «le centrali a gas come unica fonte di energia affidabile quando le rinnovabili non riescono a produrre».
Il volteggiare degli hedge fund sulle aziende di Berlino, comunque, non è che un altro cattivo segnale. L’indice Dax ai massimi, infatti, è molto invitante in un contesto di difficoltà economiche crescenti, con un cancelliere, Olaf Scholz, in caduta libera nei sondaggi. Insomma, quasi a dire che prima o poi una correzione sui mercati azionari ci sarà e gli hedge passeranno all’incasso.
Intanto, ieri l’istituto Ifo ha tagliato le sue previsioni di crescita per il Pil della Germania nel 2024 allo 0,7%, rispetto allo 0,9% che aveva previsto a metà dicembre. E questo arriva dopo un 2023 in lieve recessione. Il governo, del resto, ha stretto i cordoni della borsa dopo la sentenza della Corte costituzionale: «Imprese e famiglie porteranno il peso maggiore o riceveranno meno sollievo, e la spesa del governo sarà tagliata», ha commentato il capo economista dell’Ifo Timo Wollmershäuser. Il tutto in una situazione di tensione sociale, con i macchinisti che da ieri hanno bloccato nuovamente il traffico ferroviario per 6 giorni.