“Giorgia Meloni has proved the doubters wrong”. La presidente del Consiglio, tradotto letteralmente, ha dimostrato che i dubbiosi si sono sbagliati. O meglio, tornando alla lingua della politica nostrana, la premier Meloni ha smentito i cosiddetti scettici. Così recita il titolo dell’editoriale del settimanale britannico “The Economist” dedicato al governo italiano. Una promozione a pieni voti per nulla scontata che, arrivando da un giornale estero e spesso ostile all’esecutivo di centrodestra, assume un significato ancora più rilevante.
L’editoriale del settimanale britannico è uno schiaffo in faccia alle forze di opposizione sia politiche che mediatiche. L’Economist ripercorre, passo dopo passo, la cavalcata di Meloni: dalle elezioni politiche di settembre 2022 fino ai dossier più attuali, passando per analizzare le sue performance e quelle dei suoi alleati. Il racconto, se visto con la lente d’ingrandimento di una certa sinistra ideologica, sembra un best-seller fantasy. Nessun pericolo fascismo dietro l’angolo, nessun rischio di torsione autoritaria e, addirittura, nessuna preoccupazione economico-finanziaria per il futuro. Insomma, l’intero armamentario della vulgata di sinistra viene smontato in piccoli pezzi.
A partire, ovviamente, dalla figura di Meloni e del governo che presiede. La premier, sottolinea il settimanale, “ha assunto il suo mandato in una fase in cui la ripresa dell’economia, duramente colpita dalla pandemia di Covid-19, era destinata a esaurirsi e ha dovuto affrontare nuovi venti contrari”. I problemi, infatti, sono principalmente due: “In particolare – spiega The Economist – la crisi energetica causata dall’invasione russa dell’Ucraina. Per la premier, poi, c’è da affrontare il dossier migratorio: il dato degli sbarchi dalla rotta del Mediterraneo è salito a 157.652 l’anno scorso, un aumento del 50 per cento rispetto al 2022”. Ma è l’approccio della premier e del suo governo a stupire in positivo il settimanale britannico. Sia sul piano dell’immigrazione irregolare, dove “il governo ha deciso di affrontare di petto il dossier, riportando la questione anche al centro del dibattito europeo” sia sulla tenuta della maggioranza, dove “la sua coalizione ha un’ampia maggioranza e rimane unita”.
Nell’ambito della politica estera l’atlantismo di Meloni è fuori discussione. Simultaneamente, l’approccio pragmatico verso l’Europa sta portando risultati ottimi sul fronte economico ma non solo.“L’Italia ha garantito un sostegno caloroso, e armi, all’Ucraina, e un appoggio piuttosto moderato a Israele. Ha anche reso Bruxelles abbastanza felice da consentire alla Commissione europea di continuare a erogare regolarmente le tranche dei 194 miliardi di euro (211 miliardi di dollari) assegnati all’Italia dal Fondi di ripresa post Covid-19 dell’Ue, di gran lunga la cifra più alta destinata a qualsiasi Stato membro”, si legge sul settimanale britannico.
Non mancano ovviamente alcuni dubbi rilevati dalla testata britannica. In primis sulla capacità di spendere i soldi assegnati al nostro Paese:“Uno dei maggiori ostacoli all’attività produttiva e agli investimenti diretti esteri – conferma The Economist – è il ritardo che le imprese incontrano nella risoluzione delle controversie e nel recupero dei crediti”. Un avviso che non nasconde il giudizio positivo nei confronti dell’esecutivo. Tutto sommato, secondo l’analisi del “The Economist”, “fra tutti i Paesi europei, l’Italia è per una volta tra quelli che destano meno preoccupazione”.