Le onde di crisi iniziate il 7 ottobre con l’attacco di Hamas contro Israele continuano a farsi sentire. Mentre la crisi nel Mar Rosso non accenna a diminuire, con Usa e Regno Unito che hanno intensificato i raid in Yemen contro le postazioni degli Houthi, rimane caldissimo anche il fronte in Iraq.
In un comunicato del Centcom, il comando centrale degli Usa, si legge che “intorno alle 18:30 (ora di Baghdad) del 20 gennaio, diversi missili balistici e razzi sono stati lanciati da milizie sciite e hanno preso di mira il complesso militare di di al-Assad“, un avamposto militare nella provincia occidentale di Anbar. Sempre secondo fonti americane la maggior parte dei missili è stata intercettata dai sistemi di difesa aerea della base, ma alcuni sarebbero stati in grado di centrare la struttura. “Un certo numero di membri del personale statunitense è in fase di valutazione per lesioni cerebrali traumatiche“, si legge ancora del comunicato.
U.S. Forces Strike Kataib Hezbollah Capabilities in Iraq
In response to attacks by the Iranian-backed militia group Kataib Hezbollah (KH), including the attack on al-Asad Airbase in western Iraq on Jan. 20, on Jan. 24 at 12:15 a.m. (Iraq time), U.S. CENTCOM forces conducted… pic.twitter.com/rSnbQdlRD4— U.S. Central Command (@CENTCOM) January 23, 2024
La risposta americana
A stretto giro è arrivata anche la risposta militare di Washington. Il Centcom ha confermato che l’aviazione a stelle e strisce ha effettuato una serie di attacchi aerei contro le milizie appoggiate dall’Iran proprio in territorio iracheno. Nel mirino sarebbero finiti gli uomini del gruppo sciita Kataib Hezbollah, un gruppo che fa parte di Hashd al-Shaabi. Le forze americane avrebbero colpito almeno tre strutture utilizzate dai miliziani vicini all’Iran, si tratta di centri di comando, depositi e luoghi di addestramento. L’obbiettivo, hanno detto gli americani, è quello di limitare la capacità di Kataib Hezbollah di lanciare razzi e missili e utilizzare droni contro le basi americane. Secondo due fonti irachene almeno due persone sarebbero morte nei raid rivendicati dagli Stati Uniti. I bombardamenti contro Kataib Hezbollah sarebbero avvenuti nel settore di Jurf al-Sakhr, a circa 60 km a sud di Baghdad. Un blitz sarebbe avvenuto anche nella regione di Al Qaim, al confine con la Siria, dove sono morte due persone
Secondo quanto il gruppo OSINT Aurora Intel ci sarebbe già la contro riposta di Abu Ala al-Wala, segretario generale di Kataib Hezbollah. Abu Ala al-Wala avrebbe invitato la Resistenza Islamica ad avviare la seconda fase di risposta a seguito degli attacchi aerei statunitensi. Questa seconda fase richiederebbe a tutti i proxy dell’Iran di prendere parte a una azione per bloccare il traffico marittimo nel Mediterraneo al fine di danneggiare Israele.
Kata’ib Sayyid al-Shuhada Secretary General Abu Ala al-Wala calls for the Islamic Resistance to begin the second phase of response due to the airstrikes conducted this evening. The second phase includes imposing a blockade in the maritime sector for Israel in the Mediterranean…
— Aurora Intel (@AuroraIntel) January 23, 2024
Quasi 150 attacchi contro gli Usa
Dall’inizio della guerra a Gaza gli attacchi contro forze americane tra Siria e Iraq sono andati moltiplicandosi. Secondo una stima sarebbero stati almeno 140. La Resistenza islamica in Iraq, che si oppone al sostegno degli Stati Uniti a Israele nel conflitto di Gaza, ha rivendicato la maggior parte dei recenti attacchi contro le forze guidate dagli Stati Uniti in Iraq. L’attacco del 20 gennaio è stato descritto dal vice Consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca Jon Finer come “molto serio”, spiegato che l’utilizzo di missili balistici da parte delle milizie rappresenta una “vera minaccia”. Attualmente nella regione sono stanziati oltre 3000 soldati americani, 2.500 in Iraq e circa 900 in Siria.