Per Maurizio Landini il tempo non passa mai. Già: il segretario generale della Cgil è fermo infatti alle ricette economiche della sinistra dura e pura d’antan. Quella che vorrebbe accanirsi sui patrimoni privati con l’illusione di stabilire così una maggiore equità sociale. Smentita dal buon senso e dalla storia, questa teoria è stata riproposta ancora una volta dal sindacalista, convinto che il miglior modo per abbassare le tasse sia quello di drenare soldi a chi ne ha di più (o si suppone che ne abbia). “La logica che deve passare è che con una patrimoniale si avrebbero più entrate con cui poter abbassare le tasse“, ha affermato l’ex metalmeccanico a diMartedì, su La7.
Convintissimo di quella congettura, Landini si è anche lamentato delle resistenze che comprensibilmente sorgono nella società di fronte a simili ipotesi di intervento fiscale. “Ogni volta che si cita la parola patrimoniale la gente pensa: oddio mi stanno venendo a prendere i soldi. Invece dobbiamo fare un ragionamento che riprenda la nostra Costituzione, che prevede una tassazione progressiva e adeguata sui redditi e sui beni“, ha affermato in tv il leader Cgil, rilanciando la proposta di una patrimoniale. Roba far drizzare i capelli in testa ai piccoli risparmiatori che hanno accumulato un legittimo gruzzolo a fatica, magari dopo una vita di sacrifici.
“Bankitalia dice che il 5% ha in mano quasi il 50% della ricchezza nazionale. La patrimoniale quindi la dovrò fare su quelli che hanno ricchezze aumentate nel tempo“, ha ragionato Landini. Ecco, appunto. Secondo questa logica, chi è riuscito a maturare un certo patrimonio negli anni, finirebbe per essere considerato un Paperone in potenza. Uno che può insomma contribuire in prima persona alla cosiddetta “redistribuzione della ricchezza” teorizzata a sinistra. In realtà, non è affatto la prima volta che Landini propone politiche fiscali di questo tipo. La scorsa estate, il leader della Cgil era addirittura entrato nei dettagli: “Le risorse vanno prese dove sono (…) È il momento di tassare la rendita finanziaria e le rendite immobiliari“.
Nel suo intervento su La7, ora l’ex metalmeccanico se l’è presa pure con il concordato preventivo. “Legalizza l’evasione fiscale“, ha sentenziato. E poi: “Io non pago le tasse su quanto ho guadagnato quell’anno ma concordo con l’agenzia delle Entrate quanto guadagnerò nei prossimi due anni e se prendo di più di quanto concordato, su quel di più le tasse non le pago. E questa è una regola uguale per tutti i lavoratori autonomi ai quali il governo dice una cosa sbagliata: invece di dargli gli stessi diritti di tutti gli altri lavoratori, ferie, malattia e altro, gli stanno dicendo che aiutandoli appena un po’ sul fisco devono essere contenti perchè questa diventi una marchetta elettorale. I diritti devono essere dati a tutti“.