Sequestrata, picchiata e abusata per giorni all’interno di un immobile occupato nei pressi della stazione ferroviaria di Verona Porta Nuova. Questo l’incubo vissuto da una giovane donna qualche giorno fa, per mano del suo aguzzino. Stando a quanto riporta oggi il quotidiano Il Gazzettino, a sequestrarla sarebbe stato un ragazzo poco più che ventenne originario del Marocco, poi finito in manette a seguito dell’accaduto con le accuse di maltrattamenti e lesioni aggravate.
Sulla base di quanto ricostruito in una nota della polizia di Verona, la ragazza in questione sarebbe stata trattenuta contro la sua volontà in una sorta di tugurio, dove sarebbe stata malmenata a più riprese. A dare l’allarme e il “la” alle successive indagini sarebbe stata la sorella della vittima, la quale ha avvisato la questura di Cremona mettendo gli esponenti delle forze dell’ordine al corrente dei propri sospetti: temeva in sostanza che la giovane si trovasse in uno stabile occupato da cittadini stranieri senza fissa dimora e più volte sgomberato negli scorsi mesi.
La segnalazione è quindi stata inoltrata alla questura veronese, con gli agenti che hanno avuto modo di rintracciare la giovane donna grazie alla geolocalizzazione del cellulare che aveva con sè. E il sospetto della sorella si sarebbe a quanto pare rivelato più che fondato: gli operatori hanno in effetti trovato la ragazza in un locale dello stabile in questione. La vittima è apparsa in stato di choc, con evidenti segni di violenza sul viso e sul corpo, in un contesto di totale degrado e condizioni igienico-sanitarie precarie. E aveva oltretutto cercato conforto in un gattino che teneva in braccio al momento del ritrovamento, e che ha continuato a stringere a sé per tutta la serata.
Dopo esser stata tratta in salvo, è stata accompagnata al pronto soccorso, dove i sanitari le hanno prestato le cure del caso. Dalle successive dichiarazioni rese dalla ragazza (una volta ripresasi del tutto) ai poliziotti è emerso lo stato di assoggettamento e violenza a cui era stata sottoposta all’interno di quell’edificio. E a seguito della formalizzazione della denuncia, il principale sospettato è stato arrestato e condotto nel carcere di Montorio, dove si troverebbe ancora detenuto. Il provvedimento è stato resto possibile dalle recenti disposizioni normative che, per i reati di maltrattamenti, hanno previsto l’istituzione dell’arresto in flagranza differita: si tratta della possibilità, a fronte di inequivocabili prove documentali e fotografiche, di procedere al fermo nelle quarantott’ore successive al fatto. E a breve potrebbero esserci ulteriori sviluppi.