Il caso del pandoro “Pink Christmas” che ha coinvolto Chiara Ferragni e Balocco, accusate di aver fatto quanto meno una comunicazione opaca sull’operazione di beneficenza, avrà ripercussioni sul mondo degli influencer. Allo scoppiare del caos mediatico lo scorso dicembre, quando si evidenziarono le criticità di un sistema con troppe falle, il governo si è attivato per capire in che modo si poteva intervenire per azzerare o, comunque, ridurre il rischio che i consumatori venissero indotti a effettuare acquisti/donazioni su operazioni poco chiare.
Oggi è stata chiusa la bozza sul disegno di legge legata alla beneficenza, detta anche “legge Ferragni“, che il prossimo giovedì sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri. L’agenzia Adnkronos ha avuto modo di leggerla in anteprima, rivelando che sono state inasprite in maniera decisa le indicazioni per chiunque voglia legare un’operazione benefica a un’operazione commerciale. In particolare, spiega l’agenzia, sulle confezioni dei prodotti i cui proventi sono in parte destinati a scopi di beneficenza dovranno essere necessariamente indicati il soggetto destinatario dei proventi della beneficenza e le finalità a cui sono destinati i proventi della beneficenza. Quindi, nel caso in sia stato determinato, dovrà essere indicato l’importo destinato alla beneficenza o, nel caso in cui non lo sia, viene richiesto di indicare necessariamente la quota percentuale del prezzo di vendita o l’importo destinati alla beneficenza per ogni unità di prodotto.
Il disegno di legge si inserisce nell’enorme falla di deregolamentazione, che ha finora permesso di mischiare in maniera poco chiara operazioni con profitto a operazioni benefiche. Il caso del pandoro “Pink Christmas” in tal senso è esemplare: l’azienda produttrice ha effettuato una donazione di 50mila euro a un ospedale pediatrico, perché contrattualmente obbligata, 6 mesi prima che partisse l’operazione commerciale. Il prodotto legato a questa promozione, il pandoro, è stato immesso sul mercato a un prezzo quasi 3 volte superiore a quello non brandizzato. Nel comunicato stampa venne indicato che le vendite avrebbero contribuito alla donazione, affermazione non vera, e la stessa influencer ha lasciato credere, con una comunicazione opaca, che l’acquisto avrebbe influito sulla donazione benefica. Invece, tutti i proventi del pandoro sono finiti nelle tasche dell’azienda produttrice del pandoro, che ha pagato oltre un milione di euro all’influencer in qualità di testimonial.
Il testo visionato dall’Adkronos prevede anche sanzioni per chi non dovesse rispettare le indicazioni, che possono essere tra i 5 e i 50mila euro, sicuramente inferiori rispetto alle multe dell’AgCm. Ma in caso di reiterazione del reato, viene imposto lo stop all’azienda fino a un anno. Il provvedimento consta di 5 articoli e prevede anche la comunicazione all’autorità competente del “termine entro cui sarà effettuato il versamento dell’importo destinato alla beneficenza“.