Il mondo della fisica è in lutto per la scomparsa del fisico e astrofisico statunitense Arno Allan Penzias, deceduto lunedì 22 gennaio in una casa di riposo a San Francisco, all’età di novant’anni. A darne notizia il figlio David al New York Times, precisando che le complicazioni legate al morbo di Alzheimer sono state la causa del trapasso.
Le sue ricerche astronomiche hanno contribuito a fornire prove incontrovertibili sull’essenza dinamica, in evoluzione, e con un evidente punto di origine dell’universo, confermando la teoria del Big Bang come spiegazione ampiamente accettata dell’origine e dell’evoluzione del cosmo. Ma non solo, grazie al suo contributo si sono consolidate le basi scientifiche della nostra comprensione dell’universo e il suo lavoro rimane un pilastro fondamentale nella cosmologia moderna.
L’incredibile storia della sua vita
Il mondo ha potuto conoscere il suo grande genio grazie ad una storia incredibile che ha coinvolto la sua famiglia alla vigilia della Seconda guerra mondiale, quando insieme ai genitori e al fratello più piccolo abitavano nella Germania Nazista che di lì a poco avrebbe dato vita a quel pezzo doloroso di storia che tutti conosciamo.
Alla vigilia della Seconda guerra mondiale, il proprietario di un negozio di vernici di Belleville, nel New Jersey, sentì bussare alla porta in modo concitato. Era un immigrato tedesco di 28 anni di nome Leo Gelbart, che andava di casa in casa chiedendo aiuto ai membri della comunità ebraica della città, per poter far arrivare dalla Germania la famiglia Penzias formata da Karl e Justine e dai figli Arno e Guenther, in modo da poter sfuggire al regime nazista.
Per loro l’unica alternativa al campo di concentramento era la fuga. Per farlo però, avevano bisogni di una serie di affidavit: documenti ufficiali che attestassero l’esistenza di un parente e di una rete di sicurezza finanziaria negli Stati Uniti. Gelbart avrebbe fornito il primo documento, dichiarando falsamente che il suo amico Karl Penzias fosse suo cugino. Come cameriere però, non aveva abbastanza denaro per farsi garante economico della famiglia. Così stava cercando qualcuno che firmasse la seconda dichiarazione giurata e si prendesse carico della famiglia in caso di necessità.
Un aiuto che cambiò la storia
Il commerciante di vernici accettò di aiutarli: “Sarò felice di dare loro una mano fino a quando non saranno autosufficienti”, scrisse nella dichiarazione. Fu così che dalla Germania i Penzias, con non poche difficoltà, si trasferirono in America e Arno, il figlio più grande, ebbe la possibilità di diventare uno dei più grandi fisici e astrofici del mondo. Nel 1978, insieme a Robert Woodrow Wilson, vinse il Premio Nobel della Fisica per la scoperta, nel 1964, della radiazione cosmica di fondo a microonde, residuo di un’esplosione che ha dato origine all’universo circa 14 miliardi di anni fa. Quell’esplosione, nota come Big Bang, è oggi la spiegazione ampiamente accettata dell’origine e dell’evoluzione dell’universo.
La vita di Arno Allan Penzias
Nacque a Monaco di Baviera nel 1933, quando iniziò l’ascesa al potere di Hitler. Nel 1938 la sua famiglia fu radunata con altri ebrei che avevano passaporti polacchi e costretta a salire a bordo di un treno per la deportazione in Polonia. Questo subì un ritardo e gli ufficiali polacchi invalidarono i loro passaporti prima che raggiungessero il confine. Nel 1939, mentre si affrettavano a organizzare la partenza per l’America, i genitori di Arno mandarono i due giovani figli in Inghilterra grazie al Kindertransport, un’iniziativa umanitaria britannica grazie alla quale 10.000 bambini, perlopiù ebrei, furono tratti in salvo dai territori nazisti.
Arno e Guenther passarono per varie famiglie affidatarie fino a che i genitori, grazie all’aiuto ricevuto dal proprietario di vernici americano, riuscirono ad avere tutti i documenti necessari per poter partire per gli Stati Uniti. Si racconta che nel viaggio in nave per attraversare l’oceano Atlantico, come riportato dal National Geographic, sopravvissero a forti uragani e attacchi da parte di sottomarini tedeschi.
La possibilità di poter studiare
Una volta a New York la famiglia si stabilì nel Bronx e Arno potè studiare alla Brooklyn Technical High School e laurearsi al City College completando, dopo il servizio militare, il dottorato di ricerca in fisica presso la Columbia University. Entrò poi a far parte dei Bell Laboratories dove dal 1972 ricoprì la carica di direttore del dipartimento di ricerche in radiofisica, lavorando a progetti pionieristici, tra i quali le comunicazioni satellitari e le fibre ottiche.
Insegnò inoltre in numerose università americane, tra cui Princeton e Cambridge, diventando poi membro della American astronomical society e della American physics society oltre che della International astronomical union. Nel 1965, mentre con Robert W. Wilson cercava di ridurre il rumore di fondo presente nelle comunicazioni con satelliti artificiali, scoprì una radiazione continua su 4,35 cm che, insieme con le radiazioni rilevate poco dopo su 20,7 cm, si disponeva su una curva di radiazione termica intorno a 3 °K. Per questa scoperta, che costituisce uno dei principali dati a sostegno della teoria cosmogonica del Big Bang, venne conferito ad entrambi nel 1978 il Premio Nobel per la Fisica con tanto di congratulazioni da parte dell’allora presidente Jimmy Carter. Fu proprio in risposta a quel telegramma, che scrisse al presidente la sua gratitudine per aver avuto l’opportunità di vivere negli Stati Uniti.
Le sue commoventi parole
“Sono arrivato negli Stati Uniti trentanove anni fa senza un soldo, come rifugiato dalla Germania nazista. Per me e la mia famiglia l’America ha rappresentato un rifugio sicuro, un Paese libero e pieno di opportunità. In un periodo in cui le promesse e il significato delle istituzioni americane sono spesso messi in discussione, mi sento in dovere di testimoniare come la promessa americana si sia realizzata nella mia personale esperienza di vita. Sono profondamente orgoglioso di essere americano, e molto grato all’America e al popolo americano. Colgo quindi l’occasione per esprimere a Lei, in qualità di rappresentante del popolo americano, una piccola parte del mio ringraziamento rivolto a tutti gli americani”.