Caro Piero,
in effetti liberarsi dei coglioni è impresa ardua per via della loro copiosità. Ed essi non mancano neppure in politica, anzi, direi che abbondano a sinistra come a destra, e tutto ciò è alquanto democratico, tragicamente democratico, oserei osservare. Devo ammettere, tuttavia, che a sinistra troviamo un livello di specializzazione superiore nel promuovere misure sciocche attraverso le quali si intendono perseguire obiettivi talvolta persino elevati o opportuni ma in maniera assolutamente pasticciata e dilettantesca. Come in questo caso, ossia quello di cui tu stesso parli: la questione ambientale, che è considerata uno dei grandi temi della sinistra mondiale, sebbene l’ecologismo non sia di pertinenza ed esclusivo appannaggio dei progressisti. Fossero almeno in grado questi ultimi di produrre risultati tangibili e soddisfacenti mediante divieti, tasse, obblighi che essi ci impongono in modo sempre più restrittivo e soffocante! Nemmeno questo, no. Sta di fatto che, nonostante il sindaco di Milano, Beppe Sala, abbia modificato la morfologia stradale disegnando (anziché costruendo) piste ciclabili (mortali) in modo selvaggio e forsennato e abbia altresì precluso a centinaia di migliaia di veicoli che prima entravano in città di varcare le soglie della metropoli, mettendoli dunque al bando, e abbia oltretutto aumentato i balzelli per circolare all’interno dell’area C, la qualità dell’aria non è migliorata di molto, anzi, sembra addirittura che sia peggiorata. E i motivi sono semplici: le tanto decantate e promosse auto elettriche non sono meno perniciose, inquinanti e dannose rispetto alle automobili tradizionali, anzi lo sono molto di più, dal momento che quel tipo di motore pesa di più e le gomme generano più attrito sull’asfalto, in particolare allorché si frena, come abbiamo illustrato ai lettori sul Giornale di Milano di lunedì 22 gennaio. Ne consegue un aumento di certe polveri nocive. Senza scordare poi che tali motori sono difficili da smaltire e tra qualche anno questo costituirà un grattacapo gigantesco.
Insomma, Sala voleva risolvere un problema, ma la toppa è peggiore del buco. E questo la dice lunga sulla faciloneria dei radical-chic. Ai milanesi, vessati da tasse e proibizioni e preoccupati altresì dalla escalation di violenze sulle strade (basti considerare il raddoppiamento degli stupri nel giro di quattro anni), non resta che una unica consolazione: Sala è al suo ultimo mandato. Poi se ne libereranno.
Il collega e omologo bolognese del primo cittadino meneghino non è da meno di quest’ultimo. Anche lui ha questi grilli per la testa, come appunto l’imposizione del limite dei 30 km/h, che i progressisti ritengono necessari per udire e godere del canto degli uccellini. Ma la verità è che l’unica cosa che si sente andando a simili velocità sono le bestemmie di chi sta in coda e deve arrivare in ufficio, perché, mio caro Piero, quello che questi amministratori rossi hanno dimenticato è che le città non sono soltanto luoghi destinati al passeggio, al turismo, all’ozio, allo shopping, agli aperitivi, alle scorribande liete in bicicletta. Le città sono aree in cui vivono migliaia e migliaia di famiglie con esigenze pratiche che chiunque di noi può immaginare: fare la spesa, accompagnare i figli a scuola o all’asilo, recarsi in ufficio, in banca, dal medico, usufruire di altri servizi.
Alle famiglie chi ci pensa? Sala pensa soltanto a quelle arcobaleno, a quanto sembra.