Caso Maignan, la verità dai video choc. Preso il primo: stadio vietato per tutta la vita

Caso Maignan, la verità dai video choc. Preso il primo: stadio vietato per tutta la vita

Milano – Sul caso Maignan sono stati aperti due dossier. Uno dalla giustizia ordinaria, il secondo da quella calcistica. Al primo ha dato una spinta autorevole il ministro dell’Interno Piantedosi («bisogna arrivare a individuare i responsabili») mentre la Questura e la digos di Udine sono già al lavoro utilizzando le immagini provenienti dalle telecamere del circuito interno allo stadio, tutte di nuova generazione. In più, sul web, ha preso a circolare un filmato registrato dopo il gol di Samardzic, quindi dopo la sospensione ordinata dall’arbitro Maresca, molto istruttivo e che demolisce la tesi minimalista della curva nord friulana («non abbiamo sentito nulla»). Le dimensioni sul numero dei partecipanti agli insulti sono diverse: una decina secondo Maignan, 3-4 (per uno di loro, un 46enne di Udine, ieri è già scattato daspo per 5 anni e denuncia penale) secondo i primi riscontri, 40-50 secondo la versione della questura e tutti concentrati nel settore 1. Sul punto, attraverso il dg Collavino, l’Udinese ha chiesto di applicare «non il daspo che dura alcuni anni ma la possibilità di bannarli a vita». Solidarietà anche da parte del portiere dell’Udinese, Silvestri: «Caro Mike, ti sono vicino». Il filone sportivo troverà oggi, con il comunicato del giudice sportivo, il primo aggiornamento. Il dott. Mastrandrea ha a disposizione il referto dell’arbitro Maresca (che si è fidato del racconto di Maignan ma non ha ascoltato direttamente) e quello degli ispettori della procura federale che tra l’altro a fine partita hanno registrato con il portiere francese un colloquio della durata di 40 minuti. È possibile che il materiale a disposizione non sia sufficiente per decidere le sanzioni inevitabili e che si prenda tempo chiedendo un supplemento d’indagine. Sullo sfondo il dibattito sul pugno duro: il presidente Fifa, Infantino, ha proposto lo 0-3 a tavolino, il presidente federale, Gravina, ha replicato segnalando che «per sospendere una partita con 40-50-70 mila spettatori, c’è bisogno dell’intervento del responsabile dell’ordine pubblico». In sostanza dicono in via Allegri: se Infantino è convinto dell’efficacia della sua proposta la trasformi in norma e noi l’applicheremo. Il non detto, in proposito, è che una tale norma trasformerebbe i club in ostaggio degli ultras. Forse sarebbe meglio procedere a una chiusura molto più lunga delle curve mettendo in crisi i guadagni dei capi della tifoseria che banchettano con biglietti e viaggi.

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