Il malore, l’intervento rifiutato, il peggioramento fatale: le ultime ore di Gigi Riva

Il malore, l'intervento rifiutato, il peggioramento fatale: le ultime ore di Gigi Riva

Il cuore si è fermato. Come un rombo di tuono che ha smesso di echeggiare nel cuore e nell’anima di tutti gli italiani. Gigi Riva ha smesso di essere storia. Ed è diventato leggenda. Campione inimitabile, simbolo della Sardegna e del Cagliari dello scudetto. Campione icona della Nazionale azzurra.

Ieri sera Riva, 79 anni, è morto per un arresto cardiaco, una sindrome coronarica acuta, all’improvviso, mentre era ricoverato nel reparto di Cardiologia dell’ospedale Brotzu di Cagliari.

A quanto riferiscono i medici che l’hanno seguito, Riva era arrivato alle 3 del mattina della notte fra domenica e lunedì, ricoverato al pronto soccorso con una sindrome coronarica acuta. Alle 10.30 era stato sottoposto a una coronarografia che aveva evidenziato una gravissima malattia coronarica.

Come spiegato dal direttore sanitario, Raimondo Pinna, «dopo una valutazione di un team multidisciplinare, gli è stato proposto un intervento chirurgico di angioplastica coronarica che il paziente ha rifiutato».

Nel pomeriggio, dopo il comunicato che definiva «stabili» le condizioni del paziente, descritto come «sereno», alle 17.50 Riva ha avuto un arresto cardiaco. «Sono state immediatamente eseguite tutte le manovre rianimatorie cardiopolmonari», ha proseguito Pinna. «Durante la manovra rianimatoria è stato portato in sala operatoria di emodinamica per eseguire un tentativo di angioplastica coronarica, che purtroppo è risultato inefficace. Nonostante le manovre rianimatorie il decesso è avvenuto alle 19.10».

Riva aveva accusato un malore durante il weekend, mentre si trovava nella sua casa nel capoluogo sardo. Nonostante il quadro grave, come detto i sanitari avevano definito la situazione sotto controllo («condizioni generali stabili») e avevano annunciato che l’ex campione sarebbe stato sottoposto a intervento chirurgico nei giorni successivi. Non ce n’è stato il tempo.

A fianco di Gigi i familiari più stretti con i quali aveva parlato tranquillamente. Con la moglie aveva addirittura cenato insieme alle 18 e nulla faceva prevedere un epilogo così tragico. Ma poi, improvviso, il peggioramento. E il cuore dell’uomo nato a Leggiuno (Varese), ma che aveva scelto di vivere da sempre in Sardegna, ha smesso di battere. Lasciando un vuoto impossibile da colmare.

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