Caso Pozzolo, sostituito il caposcorta di Delmastro

Caso Pozzolo, sostituito il caposcorta di Delmastro

Il giallo di Capodanno fa la sua seconda vittima. La prima era stata l’amicizia decennale tra il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro e il deputato Emanuele Pozzolo (insieme nella foto nel tondo), entrambi di Fratelli d’Italia, andata in frantumi dopo le versioni contrastanti sullo sparo partito all’1,30 del mattino dalla pistola di Pozzolo durante la festa nella Pro Loco di Rosazza, sulle Alpi Biellesi. La seconda vittima è un altro rapporto umano, anch’esso solido e cementato dalla comune militanza politica: quello tra Delmastro e il capo della sua scorta, l’agente di polizia penitenziaria Pablito Morello, già consigliere comunale di FdI. Un rapporto simbiotico, di quelli che spesso nascono tra scorta e scortato: era Morello a prendere in consegna Delmastro quando tornava in Piemonte, a condividerne spostamenti pubblici e privati, a stargli accanto anche nei momenti di festa come a Capodanno.

Stop. Venerdì scorso Delmastro torna a casa, a Biella, e viene preso in consegna dalla scorta. Ma l’amico Morello non c’è. «Ha preso ferie», dice il nuovo caposcorta al sottosegretario. Ma a Biella c’è chi dice che la realtà sia diversa: al Dap, la direzione delle carceri, hanno deciso che non è opportuno che due testimoni chiave dell’indagine su Capodanno restino uno accanto all’altro. Così, quando tornerà dalle ferie, è possibile che Morello venga destinato ad un altro incarico. A mandare tutto in corto circuito c’è il fatto che il Dap è sotto il controllo politico proprio di Delmastro: che in questi giorni si è guardato dal chiedere spiegazioni sulla sorte dell’amico. Ma intanto Matteo Renzi chiede che gli venga tolta la delega alle carceri, accusandolo di avere fatto «ripulire la scena del crimine». Delmastro pare non l’abbia presa bene.

In ballo c’è la verità sul giallo di Capodanno, ovvero sull’autore dello sparo. Morello era lì, è il suocero della vittima, e sicuramente sulla arma ci sono le sue impronte: se non altro perchè, per sua stessa ammissione, l’ha messa in sicurezza dopo che era partito il colpo. L’ha toccata anche prima? É il suo nome quello che Pozzolo per ora tiene per sè, quando dice che fu qualcuno dei presenti a prendere la pistola, a armarla e a lasciare partire inavvertitamente un colpo?

Ieri il Corriere della sera recupera un precedente che vide Morello qualche anno fa coinvolto nell’indagine su uno sparo partito durante il controllo su un’arma all’entrata di un carcere. Quella volta se la cavò senza conseguenze. Questa volta come andrà a finire? Per capirlo bisogna aspettare che il pm Paola Ranieri tiri le fila dell’indagine, dopo che avrà ricevuto le consulenze balistiche e dei tamponi effettuati dal Ris su mani e vestiti di Pozzolo. A quel punto, se nel frattempo non interverranno novità clamorose, a venire candidato al rinvio a giudizio sarà il solo Pozzolo, accusato di lesioni colpose. Ma a quel punto il deputato avrà diritto a conoscere tutti gli elementi raccolti dalla Procura, di leggere le testimonianze e le perizie. E a quel punto, se non vorrà restare col cerino in mano, qualcosa di più dovrà dirla per forza.

Leave a comment

Your email address will not be published.