“Due mesi di tregua per gli ostaggi”: la proposta di Israele ad Hamas

"Due mesi di tregua per gli ostaggi": la proposta di Israele ad Hamas

La sospensione dei combattimenti nella Striscia di Gaza per due mesi al fine di garantire il rilascio degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Ecco la proposta che Israele avrebbe recapitato sul tavolo del gruppo filo palestinese attraverso la fondamentale mediazione di Egitto e Qatar. Una proposta, hanno svelato anonime fonti israeliane, suddivisa in molteplici fasi. E che prevede, appunto, un cessate il fuoco fino ad almeno 60 giorni in cambio della liberazione degli oltre 130 prigionieri rimasti a Gaza.

La proposta di Israele ad Hamas

La clamorosa indiscrezione è stata riportata dal sito statunitense Axios. I presunti 60 giorni di conflitto congelato, ha sottolineato il citato portale, sarebbe il periodo di cessate il fuoco più lungo che Israele abbia mai offerto ad Hamas dall’inizio della guerra. Le fonti hanno spiegato che lo Stato ebraico si aspetta una risposta dal gruppo filo palestinese, sottolineando di essere cautamente ottimiste sulla capacità di compiere progressi nei prossimi giorni.

Nel dettaglio la proposta di accordo prevederebbe il rilascio di tutti gli ostaggi vivi e la restituzione dei corpi degli ostaggi morti in più fasi. La prima fase prevede il rilascio di donne, uomini di età superiore ai 60 anni e ostaggi in condizioni mediche critiche.

Le fasi successive includerebbero il rilascio delle donne soldato, degli uomini di età inferiore ai 60 anni non militari, poi dei soldati e infine dei corpi degli ostaggi. Israele e Hamas dovranno poi accordarsi su quali e quanti prigionieri palestinesi saranno rilasciati per ciascun ostaggio israeliano, a seconda della categoria. In seguito si dovrebbero quindi svolgere negoziati separati sui nomi dei prigionieri.

Diplomazia e mediazioni

Dietro le quinte, insomma, starebbe andando in scena una diplomazia segreta volta al rilascio degli ostaggi bloccati a Gaza. Ma non è finita qui, perché a detta dei funzionari di Tel Aviv ci sarebbero altre fasi da concretizzare. In un secondo momento, infatti, Israele ridistribuirebbe le forze di difesa in modo che alcune vengano spostate dai principali centri abitati dell’enclave, consentendo un graduale ritorno dei civili palestinesi nella città di Gaza e nel nord della Striscia. Gli stessi funzionari israeliani hanno evidenziato che la proposta chiarisce che Israele non accetterà di mettere fine alla guerra e non accetterà di rilasciare tutti i circa seimila prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane.

Nel frattempo il consigliere del presidente Usa Joe Biden, Brett McGurk, si è recato la scorsa domenica in Egitto e proseguirà poi in Qatar per partecipare a colloqui sui negoziati riguardanti il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas. Ricordiamo che Qatar ed Egitto, nei panni di mediatori, stanno cercando da settimane di colmare il divario tra le parti per avanzare verso un accordo. Funzionari statunitensi sostengono che il raggiungimento di un’intesa sarebbe l’unica strada che potrebbe portare a un cessate il fuoco a Gaza.

Certo è che il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha più volte dichiarato che Biden sostiene una pausa nei combattimenti che consentirebbe il rilascio degli ostaggi e l’ingresso di maggiori aiuti umanitari a Gaza. E proprio verso questa direzione sembrerebbe volersi muovere Israele.

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