Gigi Riva ci ha lasciato oggi all’età di 79 anni dopo un malore accusato nella giornata di ieri. Il Presidente onorario del Cagliari era ricoverato presso il reparto di cardiologia dell’ospedale “Brotzu” di Cagliari. “Rombo di Tuono”, come era soprannominato, è sempre stato un personaggio schivo e riservato, che amava stare lontano dai riflettori. Unicamente riconosciuto come il più forte attaccante azzurro più forte del dopo guerra, è attualmente il detentore del record di gol segnati in nazionale: 35 in 42 presenze con una incredibile media di 0,83 gol a partita.
La sua figura è indissolubilmente legata al Cagliari, di cui è stato icona e leggenda. Con la maglia rossoblù Riva ha segnato 208 gol in 378 presenze, militando per un totale di 14 stagioni. Nella stagione 1969-70 ha contribuito, vincendo anche il titolo di capocannoniere, alla vittoria del primo e unico scudetto dei sardi. Al Cagliari è rimasto legato anche dopo il ritiro, vestendo anche i panni di presidente nella stagione 1986-87. Riva è stato inserito nella Hall of Fame dal club sardo.
Oltre allo scudetto, Riva si è laureato per tre volte capocannoniere sia della Serie A – 1966-67 (18 gol), 1968-69 (20 gol), 1969-70 (21 gol) – che in Coppa Italia – 1964-65 (3 gol), 1968-69 (9 gol) e 1972-73 (8gol) – oltre ad essere stato inserito nelle “Leggende del calcio” del Golden Foot nel 2005 e nella Hall of Fame del calcio italiano nella categoria “Veterano Italiano” nel 2011. I riconoscimenti nei confronti dell’ex rossoblù non si sono, però, esauriti al solo periodo di calcio giocato: nel 1999 la rivista World Soccer lo ha collocato al 72° posto nella classifica dei migliori calciatori del XX secolo.
È il biennio fra il 1968 e il 1970 a consacrare Riva sul palcoscenico europeo ed internazionale. La nazionale italiana guidata da Ferruccio Valcareggi si laurea campione d’Europa per la prima volta, sconfiggendo in finale la Jugoslavia nella finale disputata allo stadio “Olimpico” anche grazie ad una rete di Riva al 12’. “Rombo di Tuono” in quel torneo vincerà, proprio grazie a quella rete, il premio di “gol più veloce”. Nel 1970 sempre con gli azzurri si laurea vicecampione del mondo, arrendendosi solo al Brasile di Pelé nella finale persa a Città del Messico. Durante quel campionato del mondo Riva mise a segno 3 gol.
Su di lui Pier Paolo Pasolini disse: “Riva gioca un calcio in poesia, egli è un ‘poeta realista’“. Ci ha lasciati un eroe, un uomo che ha sempre vissuto la vita in provincia, lontano anni luce dalle grandi città. E che, su ogni cosa, è stato un uomo fra la gente. Semplice e umile, come la terra che lo ha adottato e lo ha reso un mito eterno.