London calling cantavano i The Clash a fine anni Settanta ma sarebbe oggi più appropriato dire London slowing. Incredibile a dirsi per una metropoli famosa per i suoi ritmi frenetici eppure Londra nel 2023 si è aggiudicata, peraltro per il secondo anno di fila, il titolo di città più lenta del mondo per gli automobilisti. La classifica è stata stilata dall’azienda tecnologica TomTom che ha preso in considerazione 387 centri urbani in 55 Paesi. Nella top five compaiono anche Dublino e Toronto rispettivamente al secondo e terzo posto seguite da Milano e Lima.
La situazione a Londra
Secondo la ricerca appena pubblicata, l’anno scorso un automobilista londinese ha impiegato in media 37 minuti e 20 secondi per percorrere 10 chilometri. 28 minuti e 50 secondi è stato invece il tempo necessario ad un milanese per coprire la stessa distanza. Sul banco degli imputati per l’infelice primato è finito il limite di velocità in vigore da anni nel centro di Londra fissato ad appena 20 miglia orarie, pari a 32 chilometri orari.
Un portavoce del sindaco della capitale britannica, il laburista Sadiq Khan, ha definito il risultato emerso dallo studio condotto da TomTom come “fuorviante” in quanto prende in considerazione “una piccola parte del centro urbano e non l’intera città”. L’ufficio del sindaco ha inoltre fatto sapere che “i lavori stradali sono la più grande causa di congestione urbana e il servizio di coordinamento infrastrutture del comune sta lavorando con le autorità di quartiere e le imprese che si occupano dell’erogazione e della gestione dei servizi ai cittadini per ridurre i ritardi”.
In realtà dal 2020 la quasi totalità di Londra sembra aver abbracciato il mantra della “decelerazione felice”, almeno su strada, non solo per obiettivi legati alla difesa dell’ambiente ma per azzerare il numero di vittime da incidenti stradali entro il 2041. A confermare la tendenza in atto, nei mesi scorsi il Transport for London (TfL), l’agenzia comunale dei trasporti, ha approvato l’estensione del limite a 30 chilometri orari su 65 chilometri di strade nell’area meridionale della metropoli.
I malumori nazionali
E le restrizioni non riguardano solo Londra. Sono circa 28 milioni, infatti, gli automobilisti nel Regno Unito che vivono in località nelle quali sono in vigore draconiani limiti di velocità. Il governo conservatore guidato da Rishi Sunak, contrario a tali disposizioni, ha pubblicato ad ottobre un piano per ridurre il ricorso a queste norme. Nel documento si legge che “chiariremo come i limiti a 30 chilometri orari in Inghilterra devono essere usati in maniera appropriata dove la gente li vuole”. La mossa di Downing Street è arrivata poche settimane dopo l’adozione in Galles del controverso limite su centinaia di strade residenziali.
Sunak intende porre fine alla “guerra agli automobilisti” lanciata da attivisti e amministratori locali in nome di cause ambientaliste che spesso assumono i tratti di una battaglia ideologica. In questo, nonostante il consenso per i tories in caduta libera, una parte dell’elettorato appoggia il premier. Il Daily Mail ha raccolto i crescenti malumori tra i cittadini che si oppongono alle misure green definendole “stupide”, causa di ingorghi e di attese infinite per i pendolari. Oltretutto gli intervistati denunciano che i trasgressori delle norme aggirino le disposizioni dando vita ad una “corsa di topi” sulle strade secondarie dove non sono presenti gli stessi limiti con il risultato paradossale di provocare l’aumento del rischio di incidenti.