Da simbolo della sofferenza dei civili a traditrice del proprio Paese. Quasi due anni fa, Marianna Vyshemirskaya era stata soprannominata “la Madonna di Mariupol”, dopo essere stata immortalata mentre usciva dall’ospedale pediatrico bombardato dall’esercito di Mosca con il pancione e gli occhi tristi dal fotografo di Associated Press Evgeniy Maloletka, che per quegli scatti vinse il premio Pulitzer. Oggi, la giovane donna fa inorridire i media e il popolo ucraino.
Sabato 20 gennaio, Marianna ha pubblicato sul suo profilo Instagram una foto che la ritrae intenta a firmare a sostegno della candidatura di Vladimir Putin alle elezioni di marzo 2024. “Per me è una scelta del genere è ovvia. Nonostante tutti i problemi, la Russia si sta sviluppando in maniera dinamica, proteggendo i suoi cittadini e lavorando per un domani migliore. Non si può negare che questo sia legato a una persona specifica. Ecco perché io, come molti altri cittadini, sostengo Vladimir Vladimirovič”, ha scritto nel post. L’ondata di indignazione non ha tardato ad arrivare, con migliaia di commenti pieni di insulti. “Un caso in cui il bambino sarebbe dovuto rimanere orfano”, ha scritto un’utente. “Un razzo avrebbe dovuto colpirti”, aggiunge un altro.
Marianna Vyshemirskaya è dunque finita nel girone dei traditori della patria. Il suo nome figura anche nel sito Myrotvorets, un database dei sostenitori della causa filo-russa creato dall’attivista Heorhij Tuka. “È complice dei criminali di guerra russi partecipa a operazioni speciali di informazione della Russia aggressore e terrorista contro l’Ucraina e le forze armate ucraine. Partecipa agli interrogatori dei prigionieri di guerra ucraini. Ripetuto attraversamento illegale e cosciente del confine di stato dell’Ucraina”, si legge nella sua scheda. Anche svariati media di Kiev hanno riportato la storia della parabola discendente della “Madonna di Mariupol”, ricordando come proprio nei giorni del bombardamento dell’ospedale i russi sostenevano che le foto pubblicate da Ap fossero tutte una messa in scena e che proprio Marianna fosse, come le altre, un’attrice ingaggiata per fare servizi di propaganda contro Mosca. Tutto dimenticato, ora che la giovane è diventata un simbolo per coloro che, nel Paese invaso, sostengono Vladimir Putin. Canale 24 Tv ha riportato che “è stata nominata alla guida del Comitato per le iniziative sociali nella Fondazione Rodina, vicina al Cremlino; realizza video di propaganda sul restauro di Mariupol e intervista i combattenti di Azov catturati”.
Prima della guerra, Marianna gestiva una pagina Instagram dedicata a consigli sulla cosmesi. Oggi ha cambiato genere e su un canale secondario da 5mila follower e su Telegram si occupa di geopolitica e propaganda. La 30enne di Donetsk, che vive felicemente tra la sua città natale e Mosca, ha anche raccontato la sua esperienza a Mariupol ai giornali russi, sostenendo che l’ospedale fosse occupato “dagli Azov” che usavano le partorienti come “scudi umani”. La verità dell’invasore, quindi, che vuole dipingere i combattenti ucraini come emissari del male. Le foto di quei giorni rendono però vano qualunque tentativo di nascondere ciò che è realmente successo nella città martire e gli orrori dell’invasione che Marianna, nonostante i proclami pro-Putin, ha vissuto sulla sua pelle.