Il derby d’Italia per la vetta è lotta vera

Il derby d'Italia per la vetta è lotta vera

Dicesi sorpasso, confermato il proverbio, quando il gatto nerazzurro non c’è i topi bianconeri ballano, dunque la Juventus passa facile in Salento e supera momentaneamente l’Inter che stasera se la gioca contro il Napoli che fu, nella supercoppa per incominciare, verrà poi la sfida del 4 febbraio a San Siro contro il cavallo Allegri che sa vincere di tre lunghezze, il risultato di ieri ribadisce che tra le due la lotta è aperta, con forma e sostanza differenti ma è roba vera rispetto al resto. Dunque oggi lunedì, chiusi i saloni da barba, grande euforia per la finale a Ryad, all’insaputa del resto d’Europa ma alla presenza dell’apparatcik nostrano. Il magrissimo calendario ha visto la celebrazione commossa ma non commovente del de cuius portoghese, la folla romanista gli ha dedicato cori e striscioni, in verità l’ex mister aveva già riempito il trolley per un viaggio a Barcellona e già si sussurra di una sua vendetta napoletana, ideale teatro, per lui, di sceneggiate. La Roma 2 punto zero è di Daniele De Rossi, nome e cognome, come si deve a un professionista e non soltanto a una bandiera core de noantri. La squadra c’è, l’organico non è affatto modesto come José il Superbo, ottavo re di Roma, continuava a ricordare, per alibi. Ma la classifica, per il posto champions, è compromessa, ci sono altre pretendenti al treno europeo, alle spalle della coppietta di testa il Milan si è rimesso al centro delle discussioni, compresi i fattacci del Friuli per i quali non servono le frasi di repertorio di Infantino (astutamente silenzioso sulle discriminazioni civili nel medio oriente da lui sponsorizzato), servirebbe invece l’allargamento del Var a curve e tribune, per individuare subito le scimmie e accompagnarle all’uscita e poi allo zoo. Basterebbe poco ma, per questo, impossibile. Non ci sono più gli zoo di una volta.

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