L’Ue avverte Netanyahu: “Conseguenze su Israele se si opporrà a Stato palestinese”

Il pressing mondiale e la resistenza di Bibi

Nel caso in cui Benjamin Netanyahu dovesse continuare ad opporsi alla creazione di uno Stato palestinese l’Unione europea potrebbe valutare di imporre “conseguenze” su Israele. La proposta, che sarà discussa nelle prossime ore in occasione di una riunione dei ministri degli Esteri dell’Ue, mette in luce “il crescente disagio” per la posizione di Tel Aviv da parte di molti dei suoi alleati occidentali. Nel corso delle ultime settimane, infatti, Bruxelles ha aumentato la pressione sul premier israeliano chiedendo al governo isrealiano di sforzarsi per raggiungere una pace a lungo termine e porre fine alle tensioni nella Striscia di Gaza.

La pressione dell’Ue su Netanyahu

L’indiscrezione è stata riportata dal Financial Times. In un documento diffuso in vista dell’incontro e visionato dal quotidiano britannico “Bruxelles ha proposto che gli Stati membri dell’Ue impongano conseguenze nel caso di impegno o di mancato impegnò rispetto al piano di pace proposto. Il piano prevede la creazione di uno Stato per la Palestina e il riconoscimento reciproco della sovranità – la cosiddetta soluzione dei due Stati“.

Questo fine settimana Netanyahu ha ribadito iche Israele intende mantenere “il controllo sull’intera area a ovest del Giordano“, territorio che comprende la Striscia di Gaza e la Cisgiordania occupata. Il premier israeliano ha ribadito questa posizione dopo una telefonata con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che in precedenza aveva detto che Netanyahu poteva essere aperto a un compromesso.

Nel frattempo, il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha affermato che il rifiuto di accettare la soluzione dei due Stati e “la negazione del diritto alla statualità per il popolo palestinese” sono inaccettabili. “Il diritto del popolo palestinese a costruire il proprio Stato deve essere riconosciuto da tutti“, ha spiegato.

La soluzione a due Stati

La posizione dichiarata a lungo termine dall’Ue consiste in una soluzione a due Stati, la stessa che i leader del blocco hanno più volte ripetuto dopo l’attacco del 7 ottobre da parte di Hamas. Certo, l’influenza della stessa Ue su Israele è significativamente più debole di quella degli Stati Uniti, ma Bruxelles ha comunque un accordo di associazione che gli garantisce vantaggi commerciali e di investimento preferenziali.



Un funzionario anonimo dell’Ue ha dichiarato che la proposta riflette una significativa rabbia tra molti dei 27 membri del blocco per il rifiuto di Israele di impegnarsi con il piano dei due Stati, ma ha avvertito che le discussioni erano “preliminari“. “È difficile imporsi su Netanyahu“, ha detto la fonte, sottolineando però che il premier israeliano potrebbe non restare in carica ancora a lungo.

Le richieste dell’Ue esposte nel documento includono “uno Stato palestinese indipendente che viva fianco a fianco con Israele, in pace e sicurezza, con la piena normalizzazione e il sostanziale sviluppo della sicurezza e della cooperazione economica“. “Un elemento essenziale del Piano di pace dovrebbe essere lo sviluppo di solide garanzie di sicurezza per Israele e il futuro Stato indipendente di Palestina, condizionate al pieno riconoscimento diplomatico reciproco e all’integrazione di Israele e Palestina nella regione“, ha spiegato ancora il FT. Le prossime ore saranno delicatissime per Netanyahu.

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